Olimpiadi, il commento di Auro Palomba

Obiettivo: il voto in consiglio nazionale del Coni. Questa è la richiesta, quasi urlata, che proviene dal Comitato che promuove la candidatura per portare le Olimpiadi e le Paralimpiadi a Venezia nel 2020. Un progetto che viene da lontano, dal 2005, che è via via cresciuto nella testa di chi l’ha pensato, una triade formata dal direttore Federico Fantini, dal presidente degli industriali Andrea Tomat e dal vice governatore della Regione Franco Manzato.

Un progetto che ha trovato forma e comunicazione il 3 ottobre, quando a Copenaghen il Cio ha designato Rio de Janeiro quale città olimpica del 2016, aprendo la possibilità per i giochi di tornare in Europa quattro anni dopo. Un progetto che a discapito delle evidenti correnti contrarie che avevano già dato per scontato che fosse Roma la candidata italiana che nel 2013 se la dovrà giocare con il resto del mondo, ha trovato in questi mesi spazi e credibilità. Chi ha avuto la voglia di non cadere in facili battute ha potuto constatare che non è appoggiato sull’acqua, bensì su un territorio che nulla ha da invidiare alle aree più industrializzate d’Europa. Un territorio, il Veneto, che in passato per incapacità di fare squadra non ha colto tutto quello che avrebbe potuto ma che ora, nel nome delle Olimpiadi, è unito come forse mai nella sua storia recente. Questo progetto eredita tutto il vissuto positivo della Serenissima, che poco ha da invidiare agli antichi romani, e lo coniuga con la capacità di fare impresa, di costruire infrastrutture, di attrarre turismo e investimenti, di essere parte di un pezzo d’Europa, la Mitteleuropa, che sarebbe una destinazione ideale dello spirito olimpico. Diciamolo chiaro: c’è qualche possibilità che Roma possa mettere d’accordo i delegati mondiali del Cio dopo lo spettacolo dato ai mondiali di nuoto? Dopo lo spettacolo che, come Paese, diamo ogni giorno al mondo intero fra scandali e ruberie varie? La risposta è sotto gli occhi di tutti. Venezia invece sarebbe qualcosa di diverso, Venezia è un patrimonio dell’umanità incastonato al centro della regione più ricca d’Europa, il primo posto dove i turisti cinesi vanno quando vengono nel Vecchio Continente, adorata dagli americani e dagli intellettuali di tutto il mondo, facile da raggiungere in aereo, macchina e treno. Venezia è una candidatura vincente. Dopo i pionieri l’hanno capito tutti. In primis i politici, di destra o sinistra, che si stanno battendo con forza per raggiungere l’obiettivo. Avete mai sentito Giancarlo Galan, Massimo Cacciari, Luca Zaia e Renato Brunetta essere tutti d’accordo su qualcosa? Il loro appoggio a Venezia 2020 è totale, come quello dei sindaci di tutte le altre città del Veneto, degli imprenditori, del tessuto sociale. E allora, cari signori del Coni, accettate la sfida di questa Regione e portate le candidature al voto in Consiglio superando quel meccanismo incomprensibile di comitati e comitatini che dovrebbero scegliere le candidature da portare alla scelta dei consiglieri. Come se questi ultimi non fossero in grado di giudicare da soli. E poi vinca il migliore.

 

Auro Palomba

FONTE: Fondazione Nordest
AUTORE: Auro Palomba