Auro Palomba, “Crisi sia l’occasione per pareggiare l’equazione fra consumi e valori”

Ora l’avevano detto tutti, e molti sono anche contenti. Sì, leggendo i giornali e ascoltando le televisioni si moltiplicano i maghi delle interpretazioni ex post, e sembra che questa crisi economica l’attendessimo tutti con ansia, per liberarci finalmente da un modello di avido consumismo di cui eravamo schiavi. Può essere, ma è troppo tardi.

Dov’erano tutti questi esperti quando qualcuno, fra i quali questa newsletter, timidamente tentava di far notare che c’era qualcosa di sbagliato nel modello sociale che stavamo trasmettendo ai nostri figli? Dove guardavano al cospetto di segnali inequivocabili di un decadimento morale del Paese, della scuola, delle istituzioni, dei media, di fronte a un mondo dominato dal dio denaro e senza alcun altro valore? O guardavano da un’altra parte o erano troppo occupati a far soldi per preoccuparsi delle derivate, scusate il gioco di parole, che il loro comportamento stava provocando. Eh sì, perché chiunque avesse frequentato il mondo e in particolare l’Italia negli ultimi anni non avrebbe potuto non notare il completo e continuo dispregio delle regole, lo sdoganamento della volgarità intellettuale e verbale, la creazione continua di falsi idoli. Quindi, siamo tutti colpevoli. Ora però un’occasione c’è. Ed è l’occasione di pareggiare l’equazione fra consumi e valori, di tornare nell’alveo del fiume, nella storia di un Paese che per decenni ha avuto il più alto tasso di risparmio del mondo. Sarà dura, sarà difficile, come qualsiasi guerra o rivoluzione farà vittime innocenti, ma il risultato potrà essere migliore per tutti. Torneranno a cantare e contare le imprese, torneranno gli stili di vita basati sulla logica e non sull’edonismo, si tornerà a cercare di riempire il vuoto che molti hanno dentro non con merci bensì con valori. Per noi, e per i nostri figli. L’altro giorno un parroco raccontava sbigottito il suo dialogo con una signora il cui figlio dall’età di tredici anni faceva abuso di cocaina. “Ma lo fanno tutti!”, diceva lei. E alla domanda su come il figlio riuscisse a comprarsela, rispondeva serafica: “Con la sua paghetta di 500 euro a settimana!”. Questo è peggio dei subprime.

 

Auro Palomba

FONTE: Fondazione Nordest
AUTORE: Auro Palomba