La scuola è lo specchio di un paese, delle sue ambizioni, della voglia di portare la cultura e il sapere al centro del sistema. Quindi non c’è nessuna sorpresa se il nostro sistema educativo è in difficoltà. È in difficoltà la politica, è in difficoltà la famiglia, perché la scuola dovrebbe essere diversa? Sorprende, semmai, che giornali e istituzioni se ne accorgano solo di fronte a fatti di evidente gravità.
Se ne occupano come sempre per qualche giorno, finché tutto non torna nel dimenticatoio fino al prossimo episodio di cronaca. Insegnanti pagati meno di quasi tutti gli altri Paesi europei. Insegnanti che lavorano meno di quasi tutti i loro colleghi europei. La scuola è spesso diventata un serbatoio per donne che hanno il desiderio di fare le mamme e godono dei benefici del pubblico impiego. Il merito non esiste, e non aiuta a far carriera e a guadagnare di più, cosa che avviene nella maggior parte delle altre professioni. Bambini e ragazzi che non hanno l’idea esatta di che cosa sia una regola o un dovere. Se qualcosa non funziona è sempre colpa di qualcun altro, non esiste la responsabilità individuale. È stato persino eliminato il voto di condotta, che per molte generazioni ha messo a rischio il percorso scolastico di alunni bravi ma indisciplinati. Adolescenti che vivono nel mito di calciatori, veline e tronisti, con l’unica ambizione di capire da che parte è la scorciatoia per avere soldi e successo senza fare fatica. Famiglie dove i genitori hanno da tempo abdicato al proprio ruolo. A metà strada fra la voglia di essere amici dei propri figli e il desiderio di vivere la propria vita minimizzando i fastidi della prole, hanno fatto sì che i ragazzi di oggi non abbiano più idea di che cosa dovrebbero fare e soprattutto dell’effetto finale nel caso non lo facciano. Così in famiglia, come si può pensare che sia la scuola a riempire il vuoto lasciato dai genitori? Politici che fanno dell’incoerenza la propria bandiera. Non spetta a noi fare nomi e esempi, ma leggendo i giornali e ascoltando la televisione sembra di assistere a un enorme e continuo “Scherzi a parte”, con comportamenti che smentiscono le parole quasi in contemporanea, nel più palese disprezzo di regole che negli altri Paesi europei nessuno, tanto meno un civil servant, si sognerebbe di disattendere. Chiudiamo con una domanda: se il ministro Amato non cessa di diffondere statistiche allarmanti e allarmistiche sull’uso delle droghe da parte degli adulti, facendo capire che molti di noi, politici, medici, ingegneri, giornalisti, imprenditori, insegnanti e tutte le altre categorie possibili fanno parte dei consumatori abituali, come si può pensare che i nostri figli, i ragazzi che vanno a scuola, in fondo non pensino che sia normale?
Auro Palomba
FONTE: Fondazione Nordest
AUTORE: Auro Palomba