“Da manager abbiamo una grande responsabilità sociale. In momenti drammatici come questo è importante ricordare il ruolo che ognuno di noi svolge”: sono le parole dell’AD di KIKO Milano Cristina Scocchia che, in un’intervista rilasciata al “Financial Times”, ripercorre gli ultimi anni alla guida dell’azienda, in particolare le strategie messe in campo per contrastare la pandemia e rilanciarsi verso il futuro.
“Siamo stati fortunati ad aver affrontato una crisi anni fa”, racconta, “focalizzandoci sul turnaround aziendale nel 2018 e nel 2019. Questo ci ha avvantaggiato nell’emergenza Covid-19”: arrivata in KIKO Milano a luglio 2017, Cristina Scocchia ha guidato infatti un intenso percorso di riorganizzazione che ha permesso all’azienda, leader nel settore della cosmetica su scala globale, di migliorare la propria efficacia a livello finanziario e operativo. Risultati che hanno trovato conferma in un volume di vendite pari a 600 milioni di euro nel 2019 e un EBITDA che ha raggiunto i 58 milioni di euro, il doppio rispetto al 2017. Oggi, come confermato nell’intervista, KIKO Milano prosegue la propria espansione e punta ad aprire 300 negozi nel mondo entro il 2022, con una priorità ben chiara che emerge da quella “grande responsabilità sociale” messa in rilievo dall’AD, preservare i posti di lavoro: “Quando metti in cassa integrazione7.000, 8.000 dipendenti ti senti responsabile per quelle persone. Un lavoro non è solo uno stipendio, significa anche dignità e realizzazione personale”.
Fondamentale quindi evitare tagli al personale, uno sforzo che KIKO Milano sta conducendo nonostante la contrazione subita a causa della pandemia, che per due mesi ha imposto la chiusura di quasi tutti i 900 negozi presenti in 27 Paesi nel mondo. Al contrario, sotto la guida di Cristina Scocchia, la strategia dell’azienda prevede un’accelerazione a livello internazionale, con l’apertura di 50 negozi in Israele, Russia, Arabia Saudita e Grecia. Una crescita che permetterà di incrementare i profitti nel medio termine: “Lavoriamo sui territori insieme alle aziende locali”, specifica l’AD, “questo significa condividere sia rischi che benefici attraverso accordi di franchising”. E in seguito alla ristrutturazione degli ultimi anni, incentrata su rafforzamento di brand, customer experience e presenza digitale, KIKO Milano guarda sempre più verso l’area mediorientale e asiatica: “Da player europeo siamo diventati un player di livello globale. Abbiamo concentrato i nostri investimenti in Medio Oriente e Asia”, racconta l’AD, evidenziando inoltre come l’azienda abbia puntato sulle piattaforme e-commerce e sulla tecnologia ben prima della pandemia, consapevole di quanto la combinazione di negozi fisici e canali online possa risultare vincente.
Espansione internazionale dunque per KIKO Milano, che però va di pari passo con investimenti e assunzioni nel nostro Paese: 50 sono infatti le risorse che l’azienda prevede di assumere nella sede di Bergamo, in particolare in ambito marketing e tecnologia. Proprio quella città che tanto ha patito l’emergenza sanitaria esplosa nel 2020 in Italia: “Era chiaro dall’inizio che stava accadendo qualcosa di grave, così abbiamo voluto mettere le persone al primo posto”, conclude Cristina Scocchia, che aggiunge “c’è del coraggio e dell’ottimismo nella nostra strategia di espansione: consideriamo la pandemia come una parentesi negativa, ma che non può durare per sempre”.
