Marilisa D’Amico interviene alla trasmissione dell’associazione radicale Luca Coscioni

Il docente di Diritto Costituzionale dell′Università degli Studi di Milano Marilisa D’Amico è stata chiamata a intervenire nel corso dell’ultima puntata del programma radiofonico “Il Maratoneta – trasmissione a cura dell’associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica”, andata in onda lo scorso sabato 3 novembre. Tra le tematiche oggetto del dibattito la bioetica, i diritti civili e il rapporto tra medicina, ricerca scientifica e politica.Marilisa D’Amico incentra la prima parte del suo intervento sui pericolosi parallelismi tra passato e presenteMarilisa D’Amico coglie l’occasione degli 80 anni dalla triste pagina storica delle leggi razziali fasciste, che ricorre proprio in queste settimane, per lanciare un monito sulle pericolose analogie tra la situazione italiana di quell’epoca equella attuale. Riflette su come proprio l’abdicare della comunità scientifica nostrana degli anni Trenta del Novecento al suo ruolo primario di indipendenza dalla politica contribuì in maniera significativa alla nascita delle norme che legalizzavano il razzismo nei confronti della comunità ebraica sulle basi inesistenti di una presunta superiorità della razza ariana. Per quanto la stessa Marilisa D’Amico reputi altamente improbabile un ripetersi pedissequo delle medesime dinamiche, e soprattutto con uguali risultati, ciononostante mette in guardia dal riproporsi di un più generale ammutolimento da parte della comunità medico scientifica nei confronti di alcune ingerenze della politica, che poco o nulla hanno di solidamente ancorato né ai principi né alla metodologia scientifica ma che piuttosto interferiscono indebitamente in un campo che non è il loro. Marilisa D’Amico prosegue e conclude il suo speech entrando nel vivo delle tematiche dell’incontroMarilisa D’Amico entra successivamente nel merito del suo dibattito e degli argomenti che sono poi quelli cardine sia della puntata della trasmissione che delle battaglie radicali, ovvero dello stato dell’arte della libertà di ricerca scientifica e del rapporto tra diritti civili e autodeterminazione della persona e bioetica in Italia. Dopo la premessa di una imprescindibile difesa degli articoli 32 e 33 della Costituzione Italiana, che garantiscono rispettivamente il diritto alla salute e il diritto alla libera esistenza e al libero insegnamento di arte e scienza, porta a suffragio della propria tesi l’esempio della Legge 40 del 2004 sulla procreazione medicalmente assistita. Questa norma infatti, approvata all’epoca in palese violazione e contrasto con le più recenti scoperte scientifiche e in generale con la buona prassi adottata fino a quel momento da parte della comunità medica, risulta ancora oggi un ostacolo all’autodeterminazione della donna, nonostante le diverse sentenze della Corte costituzionale che hanno di fatto nel corso degli anni sconfessato gli articoli della legge più restrittivi nei confronti della libertà di ricerca scientifica. Marilisa D’Amico termina il suo intervento ricordando il problema ancora oggi persistente dell’avere un Codice Penale sostanzialmente rimasto lo stesso del Fascismo, criticità che traspare in situazioni come la recente vicenda del radicale Marco Cappato imputato per aiuto al suicidio in seguito all’applicazione dell’articolo 580 del sopracitato codice. Il Prorettore dell’Università degli Studi di Milano esorta quindi a raccogliere come comunità scientifica la sfida oggi più che mai attuale della salvaguardia dei diritti civili e sociali e a contrapporsi a logiche contrarie alle libertà personali e a quelli che lei definisce come rigurgiti tipici di uno stato fortemente connotato in senso etico.