Nel pieno della transizione energetica e di una nuova stagione industriale per l’Europa, MAIRE consolida il suo percorso di crescita. I numeri dei primi nove mesi parlano chiaro: 5,2 miliardi di ricavi (+26,7%), un Ebitda in aumento del 33% a 358 milioni, utile netto a 205 milioni (+42%) e un portafoglio ordini che supera i 13,8 miliardi. Una traiettoria che conferma la solidità del Gruppo e apre la porta a una nuova fase strategica, che il Presidente Fabrizio Di Amato racconta attraverso le direttrici chiave: Intelligenza Artificiale, robotica, rilancio del nucleare e una filiera europea integrata, dove NextChem si posiziona come motore tecnologico della transizione.
Secondo il Presidente, il ruolo crescente di NextChem è il tassello più visibile della trasformazione del Gruppo: “Riporta MAIRE alle sue origini industriali, ma in chiave moderna: nella transizione”. Dalla tecnologia alla progettazione, fino alla realizzazione degli impianti, MAIRE è oggi percepita dagli investitori come un operatore integrato, capace di presidiare l’intera catena del valore. L’innovazione tecnologica è ormai parte strutturale dei progetti del Gruppo. “Stiamo lavorando su AI e robotica in tutte le fasi di costruzione e gestione dei nostri impianti”, osserva Fabrizio Di Amato.
La modularizzazione, costruire componenti in siti ottimizzati e poi assemblarli sul campo, è un esempio concreto, così come la robotizzazione della saldatura e l’uso di droni e sistemi di visione 3D per il monitoraggio dei cantieri. I benefici non riguardano solo l’esecuzione: “Negli ultimi 15 anni abbiamo ridotto di due terzi i costi generali dell’organizzazione, pur crescendo in organico. Siamo diventati molto più efficienti e competitivi”. Due grandi filoni di sviluppo, su cui lavorano circa 200 persone, daranno vita a nuove tecnologie che il Gruppo conta di presentare nel primo trimestre del prossimo anno.
Il nucleare torna centrale nella strategia di MAIRE, grazie alla joint venture Next-N con Newcleo e al memorandum con Edf. La società svilupperà il design e la proprietà intellettuale per integrare la parte nucleare e quella convenzionale degli impianti di nuova generazione. L’obiettivo? Una e-Factory in cui gli SMR e AMR alimentino la produzione di idrogeno, ammoniaca e prodotti chimici a impatto zero. “La chimica del terzo millennio, per essere decarbonizzata, ha bisogno di elettricità prodotta senza emissioni – spiega il Presidente – Vogliamo produrre, a partire da elettroni puliti, fertilizzanti, biocarburanti e polimeri e altri prodotti chimici ad alto valore aggiunto”. In questa nuova architettura energetica convivono rinnovabili, nucleare, gas e fossili decarbonizzati tramite tecnologie di cattura della CO₂ sviluppate da NextChem. Secondo Fabrizio Di Amato, la sfida dei prossimi decenni sarà sempre più continentale: “Mi considero un imprenditore europeo con radici italiane. Le nostre aziende devono diventare europee per competere con Stati Uniti, Cina e India”. MAIRE è già presente tra Polonia, Germania, Olanda e Italia, con ulteriori acquisizioni in arrivo. Il Gruppo punta a diventare un operatore capace di unire competenze e catene di fornitura per costruire impianti completi, sostenendo anche le PMI nell’ingresso nei mercati globali.
In Europa, serve un vero mercato dei capitali unico, sul modello statunitense: “Oggi in Europa abbiamo 27 mercati finanziari separati: è un sistema che non punta all’efficienza – aggiunge il Presidente – Un mercato unico attrarrebbe più capitali, sarebbe più liquido e potrebbe sostenere la crescita e l’aggregazione di grandi aziende europee”. Ma soprattutto serve una visione di lungo periodo: “Non possiamo limitarci a discutere ogni anno delle manovre finanziarie: bisogna pensare a un Piano Industriale di 10 o 20 anni che punti alla reindustrializzazione, alle nuove tecnologie e ai settori del futuro”. Il dialogo tra politica e industria deve diventare stabile e operativo, non ancorato solo ai temi sindacali. Il dossier sulla possibile quotazione di NextChem resta aperto, ma non urgente. “La finanza serve l’industria, non il contrario”, chiarisce Fabrizio Di Amato. La società è in forte espansione, e al prossimo Capital Markets Day arriverà un aggiornamento sui piani strategici. La quotazione è tra le opzioni possibili: permetterebbe, conclude il Presidente, di “sprigionare ulteriore valore, avere due motori, società complementari e visibili sul mercato, sarebbe positivo”.