Il punto di vista di Davide Serra sulle dimissioni di Raghuram Rajan dalla Banca Centrale dell’India

Le dimissioni del Governatore della Banca Centrale indiana, Raghuram Rajan, hanno suscitato reazioni concitate a livello internazionale. Tale cambio di rotta provocherà inevitabili conseguenze, perciò si è acceso un dibattito sul futuro politico – economico del Paese.

Un canale autorevole come quello di Bloomberg non manca di partecipare alla discussione globale, interpellando esperti del settore per la disamina della situazione: insieme all’esponente Simon Kennedy, è intervenuto il CEO di Algebris Investment, Davide Serra, il quale ha esposto la sua posizione sull’argomento.

Il punto della situazione: Kennedy contestualizza l’accaduto, poiché si ipotizza una probabile disattesa indipendenza riscontrata da Rajan nel proprio mandato. Il Governatore, infatti, avrebbe reso noto che, in un primo momento, avrebbe voluto proseguire il proprio incarico, per poi demordere in seguito ad un colloquio con i vertici governativi.
L’operato di Rajan, infatti, si è contraddistinto per efficacia, riportando importanti risultati a livello internazionale. Le sue dimissioni comporteranno dunque un ripensamento delle strategie economiche indiane, interne ed esterne.

Da non sottovalutare una lettura secondaria dell’accaduto, in particolare considerando la buona posizione conquistata dall’India all’interno dei mercati emergenti: Davide Serra profila una situazione, tuttavia, non positiva al momento per i mercati emergenti e in particolare per l’India, a fronte di un avvenimento di questo calibro.
Il fondatore di Algebris sostiene, infatti, che la figura di Rajan si è dimostrata particolarmente importante nel corso del proprio mandato, in quanto ha mantenuto la propria indipendenza e ha, soprattutto, cercato di ripulire il sistema bancario indiano, sradicando relazioni di intesa tra imprese di stato e businessman di rilevante importanza.
È stato un punto di riferimento per il popolo e per il Paese, tanto che le sue dimissioni potranno rappresentare una vera perdita su tutti i fronti.