Fusione delle reti Tlc, l’intervento di Vito Gamberale

Vito Gamberale è attualmente Presidente di ITEЯ Capital Partners, fondo per investitori istituzionali dedicato alle infrastrutture: il manager è noto per aver contribuito alla nascita di Tim.

Vito Gamberale

Vito Gamberale sulla connessione fibra: indispensabile una rete unica

Una laurea in Ingegneria meccanica e un curriculum che vanta esperienze gestionali in realtà del calibro di 21 Invest, Gruppo Autostrade e Iterchimica: Vito Gamberale, ex Amministratore Delegato di Sip e in seguito di Telecom Italia Mobile, è uno dei fautori della creazione di una rete in fibra unica. Attualmente infatti le infrastrutture sono divise tra Tim e la ‘neonata’ Open Fiber, controllata di Cdp: secondo il manager, l’integrazione sarebbe il passo che permetterebbe all’Italia di affrontare adeguatamente le sfide del presente e del futuro. "La rete duplicata non esiste né in Europa, né in alcun Paese asiatico avanzato: adesso il mondo ha scoperto il telelavoro. Siamo tutti connessi e c’è bisogno di capacità". La tesi viene comprovata dal fatto che l’unica nazione ad avere più di una rete in fibra sono gli Stati Uniti, che però hanno un numero decisamente elevato di abitanti: anche in quel caso, spiega Vito Gamberale, le compagnie hanno organizzato una vera e propria ‘spartizione’ degli Stati. Un esempio è anche la Nuova Zelanda, che nel 2013 vide fallito l’esperimento di un doppio operatore a causa dei costi troppo elevati.

Come arrivare alla fusione: le ipotesi di Vito Gamberale

Non mancano tuttavia reticenze e scetticismi su una possibile integrazione di Open Fiber in TIM: la causa principale riguarda il principio del pluralismo della rete. Ma per Vito Gamberale non c’è spazio per i dubbi: bisogna anzi approfittare del momento perché alla guida delle due aziende ci sono Amministratori "tra i migliori del Paese", che tra l’altro sono inclini all’idea di una fusione. Stessa cosa, a quanto pare, si può dire dell’attuale Governo: "Gli effetti dell’articolo V della Costituzione li vediamo oggi con la Babele sanitaria: in certi settori strategici è meglio un’Amministrazione centrale che una pluralità di soggetti". L’idea del manager è che i problemi riguardanti regolamentazioni, mercato e trasparenza potranno essere gestiti al meglio se ci sarà la volontà di fare questo importante passo, ora più che mai indispensabile. Secondo Vito Gamberale infatti, vista la situazione di emergenza, un’eventuale fusione sarebbe utile sia per lo sviluppo del Paese che, in particolare, per un futuro che prospetta un lavoro sempre più proiettato verso forme di smart working.