Alessandro Benetton

Alessandro Benetton, qualcosa di più che un bel ragazzo

Competitivo fino al midollo, Alessandro Benetton è alla guida dell’azienda di famiglia

In uno degli edifici della sede Benetton a Ponzano Veneto (TV), c’è un’ala che l’azienda utilizza come museo e area eventi. Appese alle pareti, due dozzine di manifesti di grandi dimensioni mostrano le diverse campagne che hanno rappresentato il marchio fondato nel 1965. Nella terza pubblicità, in bianco e nero, un bel bambino sui sette anni sorride disinvolto all’obiettivo indossando un maglione tricot stile anni ’70. “E’ Alessandro, è sempre stato molto bello e ha posato per alcune campagne dell’azienda”, commenta una dipendente. Si riferisce ad Alessandro Benetton, il nuovo presidente, che ha 48 anni ha preso le redini dell’azienda, sostituendo suo padre, il mediatico imprenditore Luciano Benetton.

Nonostante i primi capelli grigi, Alessandro Benetton mantiene lo stesso sorriso della foto d’infanzia appesa in azienda. Chi lavora con lui dice che è un uomo estremamente competitivo. Adora lo sport, in particolare il kite surf e lo sci, a cui deve il viso abbronzato. Condivide la passione per lo sci con sua moglie, Deborah Compagnoni, famosa sciatrice italiana, tre volte medaglia d’oro olimpica. I paparazzi hanno seguito con entusiasmo la loro storia d’amore. Oggi hanno tre figli: Agnese, Tobias e Luce. A quanto afferma lo stesso Alessandro Benetton, la famiglia per lui è la cosa più importante. Per questo ha deciso di prendere il timone del Gruppo. “Me l’ha chiesto la mia famiglia. Io non l’avrei mai chiesto. Ma sono venuti da me e io non potevo dire di no. Fa parte della mia storia”, racconta nel suo ufficio situato all’ultimo piano della sede di Benetton, Villa Minelli. È un’antica villa restaurata, con travi in legno e pareti affrescate, immersa nei vigneti. Tuttavia, l’arredamento è funzionale e austero, e per raggiungere l’ufficio di Alessandro Benetton bisogna salire un bel po’ di scalini. “Niente ascensori. Ad Alessandro piace fare sport anche al lavoro”, scherza uno dei suoi collaboratori più stretti.

Gli piacciono anche le auto: è stato presidente della scuderia Benetton Formula dal 1988 al 1998, periodo durante il quale il team ha vinto tre titoli mondiali di Formula 1, due piloti e uno costruttori. Alessandro Benetton, il secondo di quattro fratelli, assicura che non gli è mai pesato il fatto che il suo cognome fosse un marchio conosciuto in tutto il mondo, tuttavia è evidente che per buona parte della sua vita ha preferito mantenere le distanze dall’azienda di famiglia. Ai dipendenti Benetton piace raccontare che a 12 anni puliva le vetrine di uno dei negozi. Anche Alessandro ricorda l’aneddoto aggiungendo che, compiuti i vent’anni, decise di avviare una propria attività. Di sicuro partiva con molte risorse in più rispetto al suo predecessore: studi all’Università di Boston, un master alla Harvard Business School e la rete offerta dal fatto di avere una famiglia benestante. Ebbe successo: oggi, l’azienda 21 Investimenti gestisce un patrimonio di oltre 1,2 miliardi di euro. Tuttavia, quando il marchio d’abbigliamento che aveva fatto furore negli anni Ottanta e nei primi anni Novanta cominciò a perdere terreno, decise di tornare in prima linea nel suo clan, prima come vicepresidente, nel 2004, e ora come presidente. “Devo essere un po’ masochista”, spiega Alessandro Benetton ridendo.

Le sfide gli piacciono. Il nuovo presidente del Gruppo non si sottrae alla vita mondana. Concede interviste e appare in riviste italiane sul tappeto rosso di qualche galà o inaugurazione, ma non è un habitué delle feste né degli scandali e non ha nemmeno deciso, per il momento, di posare nudo per una campagna Benetton come aveva fatto suo padre. La maggiore espressione di esibizionismo finora è il suo blog, in cui dedica uguale spazio alla propria vita, allo sport, all’arte contemporanea e all’economia senza mai uscire dalle righe. Dopo aver visto il risultato della ristrutturazione di Fabrica, il centro di ricerca sulla comunicazione di Benetton, progettato da Tadao Ando, ha chiesto all’architetto di disegnare casa sua. Il salone si trova quattro metri sotto terra, ma è luminoso, grazie alle gallerie interne dell’edificio. Alessandro Benetton voleva design, ma soprattutto una casa invisibile che gli consentisse di proteggere la propria privacy. Perché la famiglia, dice, viene prima di tutto.

Fonte: El Pais
Autore: Cristina Delgado