Il peggio deve arrivare?

Oggi OCSE nel suo rapporto ha reso noto che probabilmante in Italia, il peggio deve ancora arrivare; infatti anche se  in Italia il grave problema dell’incremento della disoccupazione non si è manifestato durante la crisi, come in altri Stati Europei, si prevede comunque che nel 2010 continuerà a crescere.

Oggi la grave crisi dei mercati finanziari si sta trasformando in crisi nel mondo del lavoro, in  Italia nel periodo antecedente la crisi c’era già la terza più bassa percentuale di persone in età lavorativa che avevano un occupazione, con la crisi, è scesa ulteriormente di 0,9 punti percentuali, attestandosi al 57.4%. Per la Penisola la stima a fine 2010 è di 1,124 milioni disoccupati in più rispetto al 2007, di cui oltre 850 mila in più rispetto al primo trimestre 2009, con un tasso di disoccupazione al 10,5%.

 In Italia giovani e precari saranno particolarmente colpiti dalla crisi. Come in molti altri paesi, i lavoratori con contratti temporanei ed atipici subiscono gran parte dell’aggiustamento occupazionale.

Inoltre la ripresa per l’Italia, secondo l’Ocse, sarà più lenta anche per i dati sulle retribuzioni. Secondo l’Ocse nel biennio 2006-2007 le retribuzioni hanno segnato un incremento medio annuo in termini reali (tolta la crescita dell’inflazione) limitato allo 0,1 per cento, contro il più 0,9 per cento che hanno invece registrato per la media dei 30 paesi dell’area Ocse così come per la media dell’Unione europea, mentre nell’area euro hanno segnato un più 0,8 per cento. E questa dinamica di ritardo prosegue fin dal 1995. 
 Il salario annuale medio in Italia calcolato a «parità di potere d’acquisto» con gli altri paesi ammontava a 29.198 dollari nel 2007, contro 39.701 dollari dell’area Ocse, 33.551 dollari per l’Unione europea e 34.978 dollari per l’area dell’euro e con un’inflazione che rincomincia a crescere il potere d’acquisto potrebbe diminuire ulteriormente.