Alessandro Benetton, il successore

L’intervista del mensile greco Homme ad Alessandro Benetton

Dopo 40 anni, il capo famiglia, Luciano Benetton, consegna il testimone al figlio. Alessandro Benetton sta lavorando all’espansione dell’azienda verso più di 120 paesi nel mondo e immagina la perfezione in un pianeta “verde” e in un ambiente sano

Il suo brand, Benetton, in molte occasioni ha scioccato il pubblico grazie a certe immagini delle vostre campagne pubblicitarie. Cosa c’è stato di così speciale in quel periodo e quale ispirazione avete tratto da “mondi e situazioni così distaccati e completamente diversi da quelli che stiamo vivendo?

“Per noi è sempre stato importante avere un dialogo aperto con i consumatori di tutto il mondo. Globale era, ed è ancora la nostra parola chiave, non solo geograficamente, ma in un senso umano; è la condivisione degli stessi valori a livello internazionale. In questo senso, la filosofia della comunicazione di Benetton di 20/30 anni fa non è cambiata; probabilmente è il modo di comunicare che è cambiato: oggi stiamo investendo l’80% del nostro budget in comunicazione online. Oggi il World Wide Web, i social network e i nuovi strumenti hi-tech sono diventati elementi importantissimi nella nostra vita, hanno cambiato il mondo e la nostra percezione di esso, ma la nostra filosofia di fondo – la nostra attenzione ai temi sociali, il nostro modo di combinare una comunicazione innovativa all’impegno sociale – è la stessa di sempre”.

Alessandro Benetton, le vostre campagne pubblicitarie non sono così provocatorie come prima. Qual è la sua considerazione della moda e come definisce la presenza del brand nel mercato di oggi? Al giorno d’oggi, il mondo potrebbe non sopportare una campagna controversa?

“I tempi cambiano, la società cambia e, di conseguenza, cambia la pubblicità. Ciò che è stato innovativo 20 anni fa, non lo è più. Oggi, attraverso Fabrica, stiamo esplorando nuovi modi e metodi di fare pubblicità. Di nuovo, ciò che non è cambiato è la nostra visione di base nel fare pubblicità, cioè la scelta dei temi sociali, la promozione attiva della libertà di parola e l’attenzione alle cause che altrimenti non potrebbero essere pubblicizzate su scala globale. La nostra direzione è fare qualcosa di utile per le persone e, allo stesso tempo, per l’azienda. Con un occhio al futuro, stiamo lavorando per integrare ulteriormente la nostra pubblicità agli altri punti forti di Benetton, soprattutto i nostri negozi. La nostra evoluzione è continua, anche perché la geografia della domanda globale sta cambiando molto rapidamente”.

Oggi, in questi giorni di crisi politica, economica e spirituale, qual è il messaggio che Benetton vuole portare alla gente?

“Sono ottimista, anche se non credo che possiamo ancora dire quando finirà questa crisi economica. Per le aziende, è importante agire in un quadro di regole che devono essere rispettate ed essere le stesse per tutti. In questo senso, l’Italia – ma al tempo stesso, la Grecia, la Spagna, il Portogallo e tutti agli paesi europei – hanno bisogno di regole chiare a livello comunitario. Solo allora possiamo aspettarci di ritrovare la stabilità e cominciare a pensare alla crescita”.

Condivide con suo padre la stessa curiosità per l’arte? In quale misura l’arte può essere sovversiva, fino al punto di cambiare la nostra comprensione del mondo tutto?

“A livello personale, sono un appassionato di arte moderna e contemporanea. Ho un interesse genuino e una forte passione per questa espressione di creatività che emana un riflesso sul nostro mondo di oggi ed è anticipatrice dei segnali del futuro. Come Vice Presidente del Gruppo Benetton, devo dire che l’immagine della società è sempre stata riflessa nei suoi prodotti, nelle fabbriche, ma anche nei luoghi dove la gente lavorava. Queste aree sono nate da un appassionato interesse per la progettazione architettonica e per le arti che trasformano il luogo di lavoro in un ambiente funzionale, piacevole ed attraente dove persone molto diverse possono incontrarsi e comunicare. Un altro esempio importante per noi è la Fabrica, il centro di ricerca sulla comunicazione la cui sfida è quella dell’innovazione e l’apertura a nuove visioni del mondo, un modo per coniugare cultura e industria attraverso media come il desing, la musica, il cinema, la fotografia, la grafica e internet. A Fabrica si respirano boccate di energia provenienti dall’universo della creatività. Siamo molto lieti di fornire reali opportunità ai giovani talenti”.

Alessandro Benetton, qual è il suo sogno di un mondo perfetto?

“Amo la vita sana e sportiva, quando ho la possibilità trascorro del tempo con mia moglie e i miei figli all’aria aperta, facendo attività in un ambiente naturale ed incontaminato. Mi piacerebbe potessimo adottare un approccio più determinato rispetto all’ecologia e all’inquinamento. Credo fermamente in un progresso responsabile e in uno sviluppo economico sostenibile, nel valore economico dell’ecologia e della condotta morale che, nel lungo periodo, genera nuovi ed efficaci valori”.

FONTE: Homme