Bernardo Bertoldi: le generazioni più giovani alle redini delle imprese familiari

Bernardo Bertoldi prende spunto, in un articolo pubblicato su Il Sole 24 Ore nel novembre del 2014, dalle lodi che The Economist tesse nei confronti delle imprese familiari italiane per una riflessione più ampia e approfondita su quello che lui ritiene essere un freno attribuibile al provincialismo nostrano.

Nel suo discorso porta come esempio diversi casi di successo da noi esportati in una prima fase e che poi sono tornati spinti dai trend del momento e dall’esterofilia imperante: tra questi gli acceleratori di startup, che altro non sono che una versione up-to-date dei distretti industriali che tanto hanno dato alla storia imprenditoriale italiana. Questa mentalità spesso non è capita fino in fondo dal resto del globo. Tra i “lost in translation” quello con il già sopracitato Economist, che da un lato non si sottrae alla critica pungente sulle nostre debolezze ma dall’altro sottolinea che “ci sono importanti lezioni da imparare dalla sorprendente forza delle imprese familiari”. In particolare, il settimanale finanziario londinese evidenzia come i Paesi e i territori emergenti o già emersi (Cina, Asia, Sud America) abbiano un’ossatura industriale composta principalmente da aziende a conduzione familiare. Questo similmente a quanto avviene in Italia, dove sei imprese su dieci tra quelle presenti in Borsa e la metà di quelle con oltre 50 milioni di fatturato sono gestite da nuclei familiari. Il fatto che le nuove economie affacciatesi sulla scena mondiale possiedano questa similitudine ha certamente influito sul ritorno del dibattito in merito alle imprese familiari. Bernardo Bertoldi opera poi un parallelismo tra la rottamazione politica di quella che all’epoca era la novità del Governo, ovvero Matteo Renzi, e quella del capitalismo di tipo familiare, il quale possiede già al suo interno i propri “demolitori”. Secondo l’analisi di Bertoldi, infatti, le nuove generazioni vengono osservate con interesse dai mercati finanziari e sono spesso in grado di farsi largo da sole in azienda. Qui dentro non si fanno problemi, pur ovviamente nel profondo rispetto nutrito per l’impresa, a cambiare prodotti e servizi in funzione di un mondo che non è più quello di genitori e nonni e a ricercare un confronto di più ampio respiro con i competitor stranieri, ben coscienti anche del mutato palcoscenico di gioco. Si tratta ovviamente di processi lenti e che fanno poco rumore, ma decisamente interessanti in quanto “La sfida della continuità in queste imprese è la chiave per il futuro”. Bernardo Bertoldi conclude la sua riflessione affermando che in tutti e due gli scenari contemplati, quello politico e quello dell’azienda a conduzione familiare, la strada per il successo è indicata proprio dai debuttanti, i quali “riescono a realizzare cose impossibili, perché non hanno ancora imparato che sono impossibili”.

 

Per leggere l’articolo completo:
https://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2014-11-14/il-capitalismo-familiare-ha-volto-giovane-064017.shtml?uuid=ABRl0nDC&fromSearch