Il problema della formazione in Veneto:l’inchiesta del Corriere e l’intervento di Sive Formazione

L’inchiesta del Corriere del Veneto sullo stato della formazione in Veneto comprende un articolo sul fallimento della formazione stessa, articolo in cui interviene Paola Mainardi di Sive Formazione. Per gli organizzatori dei corsi, la formazione è un business che muove circa 215 milioni di euro l’anno, finanziati da soldi pubblici. Il Veneto è una delle regioni più avanzate d’Italia nell’ambito dei corsi professionali, tuttavia, la situazione è effettivamente confusa: non si riesce a stabilire quante persone abbiano avuto accesso a corsi di formazione, nel 2011, e quanti li abbiano completati; secondo i dati di Confindustria e Confartigianato, si tratta di settemila persone, di cui solo un terzo ha completato le ore di lezione. Uno dei problemi sta nella frammentarietà delle società di formazione, che in Veneto raggiungono quasi il numero di 500. Se si escludono le associazioni di categoria, enti locali e sindacati, nella regione Veneto, la maggior parte delle società di formazione sono piccole e senza obblighi di verifica riguardo alla qualità dei corsi o sul loro effettivo svolgimento. È un fatto molto grave, se si pensa che la maggior parte dei fondi a cui queste società accedono sono pubblici, europei, statali e regionali. Il problema, sollevato anche da Mainardi di Sive Formazione, sta nel fatto che a livello pubblico, ci si concentra sui diritti dei lavoratori soltanto sulla questione economica, quindi garantendo solo un sussidio o delle risorse economiche, mentre non è previsto alcun sostegno sulle competenze e alla riqualificazione professionale del lavoratore e, quindi, non esiste alcuna legge sulla formazione obbligatoria. D’altro canto, la spesa pubblica per i corsi di formazione, in Italia, è tra le più basse d’Europa e, in Veneto, non c’è la cultura di frequentare per scelta autonoma dei corsi di formazione mentre si lavora o si cerca lavoro.
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