Eni, Claudio Descalzi: economia circolare, un modello da seguire

Gli investimenti in ricerca, sviluppo tecnologico e innovazione sono fondamentali per un futuro a emissioni zero, ma lo è altrettanto promuovere un modello economico circolare che aiuti a ridurre gli sprechi e porti maggior efficienza: l’AD Claudio Descalzi parla dell’impegno di Eni in questo ambito.Claudio Descalzi: Eni promuove concretamente l’economia circolare, l’esempio delle bioraffinerie “Basta con gli sprechi, il futuro è l’economia circolare” esortava Claudio Descalzi lo scorso maggio sulle pagine del “Corriere della Sera”. “L’economia circolare? Per l’Eni è fondamentale” ha ribadito a ottobre l’Amministratore Delegato intervenendo alla Maker Faire di Roma in una sessione dedicata alla «Circular Economy». Parole che oggi continuano a trovare riscontro nell’impegno quotidiano del gruppo in questo ambito: progetti, iniziative e i primi importanti risultati. Qualche esempio: la conversione di Marghera in bioraffineria, l’avvio nel 2019 delle attività in quella di Gela e l′idea di realizzare un impianto di questo tipo a servizio di ogni grande città. Più efficienza, meno scarti: è la formula adottata dal gruppo guidato da Claudio Descalzi per fronteggiare l’aumento di emissioni di Co2, come spiega l’AD: “I rifiuti non solo inquinano il suolo e l′acqua, ma producono anche emissioni, in una quantità pari a circa 2 miliardi di tonnellate di Co2. Oggi la produzione urbana mondiale di rifiuti è pari a circa due miliardi di tonnellate l′anno: di queste, circa il 19% viene già utilizzato, mentre il 40% stoccato nel sottosuolo, il 33% disperso nell′ambiente, l′11% incenerito. Un′enormità. Questa situazione è riconducibile all′aver adottato finora un modello di crescita lineare: produzione-consumo-scarto e accumulo, riutilizzando solo in minima parte quello che è eliminato”.Claudio Descalzi: l’energia del futuro? Da oli e rifiutiEni ha già speso cinque miliardi di euro in progetti legati all’economia circolare, inclusa la trasformazione della chimica e di buona parte della raffinazione. “L′energia per trasformare la linearità in circolarità deve arrivare dalla tecnologia e dalla ricerca scientifica, e questo è importante soprattutto in un Paese come il nostro, vista la scarsità di materie prime” ha ricordato Claudio Descalzi. Tra le tecnologie innovative sviluppate dal gruppo, una appositamente dedicata al trattamento del Forsu (Frazione organica da rifiuto solido urbano): lo trasforma in olio combustibile bio che può diventare materia prima per le raffinerie verdi o essere utilizzato come combustibile per le navi. Come ha sottolineato Claudio Descalzi l’ottica è “utilizzare i rifiuti per creare energia in termini di mobilità, di produzione di bio olio, bio gas, bio carburanti e prodotti chimici che devono poter essere riutilizzati, per andare a ridurre anche l′inquinamento da plastiche”. E se Eni, prima al mondo, a Marghera è riuscita a convertire un impianto tradizionale in bioraffineria, a Gela si guarda già ad altri primati: “Stiamo realizzando il primo impianto pilota in grado di produrre 40 tonnellate all′anno di bio-olio. Ne faremo uno a Ravenna da 4 mila tonnellate e stiamo studiando anche lo sviluppo di un impianto su scala industriale in grado di trattare 150mila tonnellate all′anno di Forsu, pari al consumo di 1,5 milioni di persone”.
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