Emergenza Coronavirus: il “Corriere della Sera” intervista l’AD di Enel Francesco Starace

La risposta di Enel all’emergenza Coronavirus: l’AD Francesco Starace annuncia al “Corriere della Sera” lo stanziamento di una prima ondata di 23 milioni di aiuti per sostenere sistema sanitario e Protezione civile.

Francesco Starace, AD Enel

Enel risponde all’emergenza Coronavirus: il “Corriere della Sera” intervista l’AD Francesco Starace

“Subito dopo quella della salute dei nostri dipendenti, questa è stata la prima preoccupazione”: è Francesco Starace, nell’intervista pubblicata dal “Corriere della Sera” lo scorso 22 marzo, a tranquillizzare gli italiani. Nessun rischio: l’energia elettrica continuerà ad essere fornita regolarmente. “Ci siamo mossi subito, quando è stata creata la prima zona rossa, pensando a che cosa fare se fosse diventato un problema nazionale. Abbiamo mappato le possibili criticità soprattutto dal punto di vista delle sale di controllo. Ce ne sono più di venti che gestiscono i principali nodi della rete, le abbiamo testate e abbiamo verificato che siano interscambiabili”. In caso di quarantena si può quindi intervenire da un’altra Regione, come spiega l’AD di Enel. “Lo stesso abbiamo fatto per le sale controllo delle centrali. Abbiamo una ridondanza incrociata, il che ci fa stare tranquilli” precisa Francesco Starace aggiungendo inoltre come sia stata stabilita “una priorità delle attività, facendo passare davanti tutte quelle che hanno a che vedere con la continuità del servizio e in secondo piano le altre”. In quest’ottica, ad esempio, è stato fermato il ricambio dei contatori digitali “non vitale in questo momento”. E sul calo della domanda di energia: “C’è un tema di riduzione, è vero. Le fabbriche più grandi si fermano e la domanda elettrica scende, ma c’è anche un incremento di quella domestica. Se l’emergenza dura un paio di mesi non è un problema, se fosse di più valuteremo”.

Enel conferma investimenti e dividendi, l’AD Francesco Starace: “Siamo solidi”

L’emergenza Coronavirus impone doverosamente un cambio radicale delle abitudini. Organizzare il lavoro, gestirlo in modalità “smart” per un Gruppo di 70mila persone come Enel non è così immediato: “Siamo comunque partiti da una base di 2.800 persone che già lo praticavano da anni un giorno alla settimana. Ma anche qui, con la prima zona rossa abbiamo costituito una task force italiana con la quale abbiamo definito che cosa fare nel breve e nel medio periodo”. In 4-5 giorni “siamo passati da 5 a 15 mila persone, e tra questi ci sono anch’io” sottolinea Francesco Starace, spiegando come non ci siano state disfunzioni nonostante l’esplosione del traffico dati e un volume di connessioni dalle otto alle dieci volte maggiore rispetto al solito: “Abbiamo aggiunto anche altre 12 mila persone all’estero tra Spagna, Grecia, Romania, Russia e Stati Uniti, e nel fine settimana sarà coinvolta l’America Latina e quella Centrale, alla fine avremo più di 35 mila lavoratori, il 52-53% del totale”. L’AD sottolinea anche come Enel abbia già intrapreso iniziative per supportare quanti in questi giorni si stiano impegnando in prima linea nel fronteggiare l’emergenza. Sistema sanitario e Protezione civile su tutti: “Abbiamo stanziato una prima ondata di 23 milioni di aiuti per potenziare i posti letto di concerto con le Regioni e anche per i materiali come mascherine e protezioni”. Nonostante lo scenario complesso, il Gruppo, diversamente da altre grandi aziende, ha comunque deciso di confermare sia investimenti che dividendi. “Per noi sono strettamente legati” risponde Francesco Starace: “Siamo flessibili e non facciamo investimenti al di là di un orizzonte di due-tre anni. Con la cassa generata da quelli realizzati in questo orizzonte temporale siamo in grado di prevedere la distribuzione dei dividendi. Le due cose vanno a braccetto. E poi siamo solidi: abbiamo una liquidità importante, flussi di cassa robusti e una struttura del debito conservativa”.