A2A spinge sull’idrogeno: grazie all’accordo con Fnm e Snam, il primo polo italiano per questo particolare tipo di energia arriverà nel bresciano. Un progetto "attrattivo per i fondi Next Generation Eu", dedicati agli investimenti in ambito green e per la transizione energetica. A sottolinearlo è Renato Mazzoncini, Amministratore Delegato della multiutility lombarda, per il quale "il punto di partenza per sviluppare l’idrogeno è avere qualcuno che lo voglia utilizzare". Di recente A2A ha siglato un memorandum d’intesa con Fnm e Snam legato allo studio e all’individuazione della produzione e fornitura di idrogeno verde più adeguata per alimentare i nuovi treni della linea Brescia – Iseo – Edolo. A2A può inoltre essere partecipe di tutti gli aspetti della filiera: la produzione di H2 per rifornire i treni bresciani ma anche per ottimizzare il funzionamento dei propri impianti di energia rinnovabile, e contemporaneamente l’utilizzo dell’idrogeno per alimentare insieme le proprie centrali o per favorirne la riconversione. La stabilizzazione delle fonti rinnovabili, che hanno il problema dell’intermittenza, passerà anche attraverso l’idrogeno, che rappresenta "uno degli elementi nella transizione energetica", come osservato da Renato Mazzoncini. La mobilità pesante sarà un altro grande utilizzatore dell’idrogeno, così come l’industria energivora sarà aiutata da questa fonte nel percorso di decarbonizzazione. L’idea di creare in provincia di Brescia la prima "Hydrogen Valley" italiana nasce dalla presenza di tre componenti: "La mobilità, una tradizione industriale pesante rilevante e l’energia prodotta da A2A". L’ordine dei primi sei treni a idrogeno per la Brescia – Iseo – Edolo ha dato la spinta per trasformare l’intera linea entro il 2026 per le Olimpiadi. Entro il 2023 arriveranno i primi treni e l’idrogeno sarà fondamentale per alimentarli e non lasciarli fermi. Per Renato Mazzoncini si tratta del classico caso in cui "la domanda trascina l’offerta". Sono due le opzioni prese in considerazione da A2A per la produzione di idrogeno in quella zona: "C’è un impianto idroelettrico fluente lungo il fiume Oglio attivo 24 ore su 24. In alcune ore del giorno può essere utile produrre idrogeno. E poi c’è il termoutilizzatore di Brescia che, in un’ottica di economia circolare, può consentire di produrre e accumulare energia". L’area ha inoltre una collocazione strategica, costituita da un panel di industrie pesanti che potranno avere grandi benefici. Siamo agli inizi della filiera dell’idrogeno: l’accordo tra A2A, Fnm e Snam si è infatti chiuso da poco e già il gruppo guidato da Marco Alverà sta lavorando sullo studio per il trasporto. "La distribuzione è un elemento centrale. Noi con Snam possiamo lavorare anche come distributori. Abbiamo una rete gas di distribuzione a bassa pressione, loro ad alta pressione", sottolinea Renato Mazzoncini che, nell’intervista rilasciata a "L’Economia" del "Corriere della Sera", mette il futuro green al centro del nuovo piano industriale dell’azienda che verrà presentato a gennaio. Anche l’ultimo accordo stretto con Ardian guarda all’idrogeno, una fonte per la quale sarà però necessario rendere i prezzi più competitivi. I costi elevati sono infatti dovuti al prezzo degli elettrolizzatori, "ancora molto elevato perché non c’è una produzione industriale". La soluzione potrebbe essere "il cofinanziamento da parte dell’Ue degli elettrolizzatori".
2021-02-11