Pietro Labriola è intervenuto con fermezza al Forum nazionale delle telecomunicazioni 2025, mettendo in luce la crisi strutturale del settore delle tlc in Italia e Europa, dovuta a un numero elevato di compagnie e a prezzi troppo bassi che non rendono sostenibile gli investimenti. D’altro canto, sono necessarie nuove misure e cambi di regole per consentire all’Europa di stare al passo con i tempi e non perdere il treno del digitale.
Pietro Labriola: l’urgenza di intervenire sulla filiera delle tlc
“Stiamo dando via il digitale fuori dall’Europa”, ha ribadito l’AD e DG di TIM Pietro Labriola al Forum nazionale delle telecomunicazioni 2025, tenutosi lo scorso 18 novembre. Nel suo intervento, il manager ha insistito sulla necessità di un cambio di rotta regolatorio e industriale della filiera delle tlc: se non dovesse avvenire, il settore non riuscirebbe a sostenere la digitalizzazione del Paese. “Da un lato il settore è percepito come ricco, dall’altro soffre di una crisi strutturale profonda”, poiché gli operatori non sarebbero in grado di sostenere gli investimenti richiesti per i servizi digitali, quali 5G, fibra e cloud. Il problema, secondo Pietro Labriola, è da riscontrare nella diminuzione dei ricavi delle tlc europee negli ultimi dieci anni, a fronte di investimenti elevati. “In Italia le dinamiche negative sono state ancora più marcate: siamo il Paese con i prezzi più bassi in Europa a fronte di consumi analoghi” e questa dinamica di competizione genera una corsa al ribasso dei prezzi tra i numerosi operatori in Italia.
Pietro Labriola: il Paese rischia di perdere il treno del digitale
“Abbiamo fatto pagare circa 6-7 miliardi le frequenze 5G e oggi il nostro Paese ha la copertura più bassa in Europa”, ha insistito Pietro Labriola, che ha puntato il dito contro il modello d’asta, che ha generato entrate immediate nelle casse dello Stato. Le risorse avrebbero potuto essere allocate per la realizzazione di reti 5G stand alone, in grado davvero di supportare industria, sanità, logistica e smart city. In vista del rinnovo delle frequenze del 2029, il manager ha invitato a guardare il modello usato con successo da altri Paesi, ad esempio il Brasile, che ha scelto una strategia orientata meno all’incasso e oggi è il secondo Paese al mondo per copertura 5G stand alone. “Stiamo mettendo il digitale fuori dall’Europa — ha rimarcato Pietro Labriola — Dobbiamo invertire questa rotta. La velocità a cui va questo mondo non possiamo sostenerla con regole vecchie”. Una burocrazia intricata e la lentezza decisionale rischiano di diventare una palla al piede per l’innovazione.
