Che fine fa il sacchetto dell’umido?

Pierpaolo Mariani (Waste Italia – Gruppo Sostenya): “L’impianto di Vigevano consentirà di ricavare metano dai rifiuti organici”

Potrebbero essere presto lontani i tempi in cui il ciclo dei rifiuti si chiudeva con l’accumulo dei famigerati sacchi neri in discarica. La parola chiave, per il futuro, è ormai inequivocabile: sostenibilità. Ne sa qualcosa Pierpaolo Mariani, Responsabile della logistica e degli impianti a tecnologia di base di Waste Italia, la società del Gruppo Sostenya leader nella gestione dei rifiuti non pericolosi.

“Oggi non si può parlare di sostenibilità, senza fare riferimento all’innovazione tecnologica e all’integrazione tra le attività ambientali legate alla gestione dei rifiuti e le attività di produzione di energia da fonti rinnovabili”. Che è da oltre 30 anni la mission di Pietro Colucci, l’imprenditore alla guida del Gruppo Sostenya.
È proprio in quest’ottica che si assiste ad un passaggio epocale, in cui il rifiuto urbano rappresenta un’opportunità da non lasciarsi scappare. Non più raccolta indifferenziata, ma una separazione dei rifiuti finalizzata alla loro successiva valorizzazione, attraverso processi che richiedono alta specializzazione tecnologica, know how e capacità manageriali. Un ruolo da protagonista sarà senz’altro quello svolto dal comune cittadino che è chiamato a una prima e fondamentale separazione dei principali elementi che costituiscono i rifiuti, dalla bottiglia di plastica alla buccia di banana.
Ma se, da un lato, è facilmente intuibile quale sia il percorso di riciclo per gli oggetti in plastica, vetro e alluminio, pochi conoscono le sorti del cosiddetto “umido”, costituito da rifiuti organici.
Kinexia, la holding del Gruppo Sostenya che controlla società attive nella progettazione, realizzazione e gestione di impianti di produzione di energia rinnovabile, ha recentemente annunciato l’avvio del percorso di realizzazione di un impianto di produzione di energia da rifiuti organici nel Comune di Vigevano. Ma di cosa si tratta? “L’impianto di Vigevano consentirà la valorizzazione di rifiuti organici attraverso un processo di fermentazione anaerobica che consente di ricavare metano impiegato per la produzione di energia elettrica” ha spiegato l’Ing. Mariani. Una vera e propria opportunità, se si pensa che l’impianto che il Gruppo guidato da Pietro Colucci realizzerà quest’anno nel comune di Vigevano consentirà l’approvvigionamento energetico annuo di oltre 2.400 famiglie, pari al consumo annuo di circa 7.200 persone.
Ma la produzione e lo sfruttamento del metano a fini energetici non è l’unica risorsa ricavabile dalla valorizzazione dei rifiuti urbani. Un’altra grande opportunità è infatti costituita dalla parte solida del processo di valorizzazione. Da essa è possibile ricavare un ammendante di qualità per l’agricoltura. Insomma, il ciclo dei rifiuti sta cambiando, e se una volta l’unica sorte per il sacco nero della spazzatura era segnata, nel percorso dal cassonetto alla discarica in futuro sarà sempre più possibile valorizzare ciò che fino a poco tempo fa sembrava inutilizzabile.