Intervento di Alessandro Picardi al convegno organizzato dalla Fondazione Ugo Bordoni

Durante la sua esperienza in Wind come Responsabile delle Relazioni istituzionali, Alessandro Picardi è intervenuto a un convegno organizzato dalla Fondazione Ugo Bordoni sull’argomento capitale umano e competitività.

L’attuale Direttore delle relazioni istituzionali e internazionali della Rai ha sottolineato la delicatezza di questo tema e ha focalizzato il suo discorso soprattutto sulla necessità di investire in innovazione e ricerca perché nuovi mercati generano conseguentemente una maggiore offerta di lavoro.

Alessandro Picardi ha inoltre evidenziato l’importanza di un tipo di formazione e preparazione sempre più specialistica e specializzata.

Di seguito, il link al video dell’intervento: Youtube

ALESSANDRO PICARDI – INTERVENTO ALLA FONDAZIONE UGO BORDONI

L’intervento completo di Alessandro Picardi:

Ringrazio la Fondazione Bordoni e Codec, a nome di Wind, per questa importante occasione di dialogo che ci avete offerto stamattina. Il tema del rilancio del capitale umano è piuttosto delicato ed è un punto che viene affrontato quotidianamente in tutte le scelte che si fanno in Wind: a partire dalla selezione per arrivare alla gestione e alla produttività dell’impresa.

La domanda che ci si pone nell’accostarsi a questo argomento è: come si rilancia il capitale umano? Alla base di tutto ci sono la ricerca e l’innovazione. In un periodo di grande contrazione come quello che stiamo vivendo, è indispensabile non soltanto tutelare il capitale umano ma anche riqualificarlo in termini di eccellenza. Questo significa, come hanno detto precedentemente anche i miei colleghi, che non basta una preparazione da 110 e lode se non è specialistica e specializzata. Tali aspetti sono richiesti dallo sviluppo delle innovazioni tecnologiche.

L’altro quesito è quello del rapporto tra Università e impresa. Per quel che riguarda Wind l’età media oscilla tra i 32 e i 33 anni, fattore che sottolinea la volontà dell’azienda di puntare sulla dinamicità e sulla creatività per far fruttare al massimo le performance in vista delle nuove sfide.

Il problema reale che si pone è quello del disequilibrio fortissimo, evidenziato anche dalla ricerca che ci è stata presentata, tra domanda e offerta nel rapporto tra Università e impresa. La prima è sproposita rispetto alla seconda. A mio giudizio, non è centrale la questione dell’alternanza dei posti di lavoro, ovvero garantire una migliore flessibilità con un’uscita che produca un’entrata, ma quella della mancanza di nuovi mercati. Questi possono essere creati solo con un investimento in innovazione e ricerca. Il settore delle telecomunicazioni, ad esempio, investe dello 0,68% di PIL una fetta importante proprio per questo comparto. Wind dal 2005 al 2010 ha investito 5 miliardi di euro in sviluppo, innovazione, implementazione e adeguazione dei sistemi e di questi, 1 miliardo e 100 mila sono stati utilizzati per l’aggiudicazione delle frequenze a 800 megahertz.

La soluzione potrebbe essere quella di uno sforzo congiunto tra pubblico e privato negli investimenti, specialmente nelle grandi sfide, come ad esempio la banda larghissima, affinché ci sia più innovazione e di conseguenza più mercato e concorrenza. Sintetizzando, serve meno quantità e più qualità. Grazie.