Categories: Economia e Finanza

Glass Lewis vota per Recchi alla Telecom

Bocciato Gamberale. E il gruppo cede per 75 milioni la storica sede Sip di Milano

Telecom fa cassa vendendo il quartier generale a Milano. Lo storico edificio di via Negri, dove troneggia la sigla Sip, Società italiana per l’esercizio telefonico, è stato ceduto al fondo Inarcassa Re per 75 milioni. La cifra al metro quadro è di circa 6mila e 400euro, bassa trattandosi di uno stabile nel centro storico, ma certo sul prezzo influisce il tipo di contratto di affitto che Telecom è riuscita a spuntare. Gli uffici della società infatti resteranno lì, come pure la sede legale.

Ieri sono arrivate anche le prime indicazione di voto dei proxy advisor per l’assemblea del 16 aprile. Glass Lewis, il secondo più importante proxy advisor dopo Iss che dovrebbe fornire le sue indicazioni oggi, tra le liste ha scelto quella di Assogestioni. I candidati David Benello, Lucia Calvosa e Franzesca Cornielli sono quelli che «garantiscono un adeguato livello di esperienza e di indipendenza». Inoltre, secondo Glass Lewis, «possono apportare un punto di vista sano nel dibattito interno del cda». Glass Lewis, nella scorsa assemblea del 20 dicembre, si era schierato al fianco di Findim chiedendo di cambiare la governance di Telecom per portarla verso la public company. Questa volta però ha cambiato opinione. E il candidato proposto alla presidenza da Marco Fossati, ossia Viro Gamberale, è stato snobbato. Al vertice della società telefonica infatti Glass Lewis indica Giuseppe Recchi, ossia il candidato di Telco. Recchi, scrive il proxy advisor in un report, «porta al board un appropriato livello di esperienza, ma anche di diversità». Quanto a Gamberale viene classificato come indipendente ma, nella relazione, viene ricordato che «è l’ad del fondo di investimento (F2i) che controlla Metroweb», ossia le rete in fibra ottica di Milano. Vero è che Gamberale ha detto che è pronto a dimettersi da F2i ma il potenziale conflitto di interessi resta piuttosto evidente. E forse Fossati, che ha portato avanti una battaglia coraggiosa, si è troppo legato a Gamberale che ora rischia di non essere eletto neppure in cda.

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