Per Alessandro Azzi oggi i territori hanno più che mai bisogno del sostegno del credito cooperativo. Il Presidente della Federazione Lombarda BCC lo ha spiegato in uno dei suoi ultimi interventi.
Maggiore attenzione ai territori e nascita di nuovi bisogni da parte delle comunità. Fenomeni che hanno una causa comune: l’avvento della pandemia. Il Covid-19 ha acceso di nuovo i riflettori sull’importanza delle realtà locali, non solo sul fronte sanitario, ma anche sociale ed economico. Ed è qui che entra in gioco il sistema del credito cooperativo, che al momento si trova in una fase particolarmente delicata. A parlarne è Alessandro Azzi, Presidente della Federazione Lombarda BCC. Non si tratta di un problema di numeri, anzi: nel 2021 gli istituti lombardi hanno infatti registrato un aumento dei soci, che hanno superato quota 1,4 milioni, e buone performance economico-finanziarie. Il rischio principale è un altro, legato alla necessità di preservare la biodiversità bancaria, nonostante le stringenti normative europee imposte alle BCC. Da qui il monito di Alessandro Azzi: “Non è che spingendo le BCC ad adottare logiche che sono di grandi banche, si rischi di trasformarle in un’altra cosa? È un tema sui cui è importante sensibilizzare anche chi oggi governa il nostro Paese”.
Da un lato dunque sempre più persone si rivolgono alle banche di credito cooperativo, soprattutto per la loro “vocazione sociale e solidaristica”, ha spiegato Alessandro Azzi. Dall’altro gli effetti dell’eccessiva tendenza alla concentrazione bancaria rischiano di peggiorare il fenomeno della desertificazione da anni in corso sui territori. In Italia sono numerose le aree dove le BCC rappresentano gli unici intermediari finanziari rimasti. Ulteriore sfida per il “modo differente di fare banca” delle BCC risiede anche nell’affrontare l’“impostazione normalizzatrice della BCE”. “Le Casse Rurali sono luoghi di solidarietà locale e mai come oggi le sfide globali chiamano in causa le realtà locali. I territori hanno più bisogno di credito cooperativo ma le BCC si sentono schiacciate, più che dal mercato, dalle normative che ci sono richieste – ha commentato Alessandro Azzi, che ha poi concluso – Desertificare il territorio nell’epoca della globalizzazione è estremamente pericoloso”.
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