Comunicati Stampa

Giampiero Catone: l’Italia si prepara a un’economia di guerra

Lo scontro militare tra Russia e Ucraina, oltre a rivelare gli orrori della guerra che si ripercuotono soprattutto sui civili, sta avendo conseguenze in tutti i Paesi dell’Unione Europea: a ricordarlo è Giampiero Catone in un editoriale su “La Discussione”.

Giampiero Catone: gli effetti della guerra in Italia

L’Italia, sottolinea Giampiero Catone, è tra i Paesi maggiormente influenzati dalle vicende militari in Ucraina e ogni giorno diventano sempre più evidenti i preoccupanti effetti che la guerra ha sull’economia e, di conseguenza, sulle famiglie italiane che vedono il proprio budget ridursi costantemente. Si va dal caro benzina e gasolio, con anche l’aumento del prezzo di energia e gas, al blocco delle materie prime che minacciano di fermare la produzione di intere imprese e industrie. Sono tanti i settori che in questo momento stanno inviando segnali di forte tensione: dall’autotrasporto alla pesca, passando per le attività agroalimentari. La produzione industriale sta già risentendo del rallentamento delle componentistiche elettroniche nel settore dell’automotive, causato dalla mancanza delle materie prime e dal forte innalzamento dei loro costi. Senza troppi indugi si potrebbe pertanto affermare che quelli a seguire saranno mesi difficili e imprevedibili.

Giampiero Catone: è necessaria un’economia di guerra?

In una simile situazione, e dato l’aggravarsi delle tensioni internazionali, è quindi saggio indirizzarsi verso un’economia di guerra? Si domanda Giampiero Catone. Benché il Premier Mario Draghi abbia parlato solo di “prepararsi” all’eventualità, è bene sapere a cosa gli italiani andrebbero incontro qualora tale possibilità dovesse palesarsi, soprattutto considerate le decisioni prese dalle catene della grande distribuzione che stanno già informando i clienti che presto le vendite e le scorte di beni alimentari inizieranno a essere razionate. Stando a uno studio condotto dalla Fondazione Eni-Enrico Mattei, l’economia di guerra porterebbe a dei “distacchi programmati”, ovvero a black out di corrente elettrica e tagli alle erogazioni di gas per uso industriale e civile. Nel dettaglio, per i cittadini italiani questo si tradurrebbe in meno gradi per il riscaldamento, cambi di orari negli uffici, illuminazione pubblica ridotta, ma anche meno viaggi in auto, gite e vacanze. Infine, con il taglio dei consumi, l’inflazione è dietro l’angolo.

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