Il Presidente di Iren Luca Dal Fabbro racconta nel suo libro “Progettare il futuro” come affrontare le tre grandi transizioni globali tra sicurezza energetica, resilienza economica e ambientale.
Siamo entrati nella quarta transizione energetica della storia dell’umanità. Una fase che punta alla riduzione dei combustibili fossili e alla promozione delle energie rinnovabili, aprendo un nuovo capitolo nella geopolitica mondiale. Chi controlla le fonti e le materie prime critiche, come le terre rare, oggi può influenzare profondamente gli equilibri globali. È in questo contesto che si inserisce la riflessione di Luca Dal Fabbro, Presidente di Iren e di Utilitalia, che nel suo nuovo libro “Progettare il futuro: sicurezza energetica, resilienza economica e ambientale nell’era delle tre transizioni globali” (Rubbettino, prefazione dell’ambasciatore Giampiero Massolo) individua le tre forze che stanno ridisegnando il mondo: deglobalizzazione, decarbonizzazione e digitalizzazione. Il Presidente parla delle “tre D” come delle vere e proprie colonne portanti della trasformazione in corso. Deglobalizzazione, intesa come un processo di ridefinizione degli equilibri tra il blocco atlantico e i Paesi Brics, un’area che oggi comprende Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Etiopia e Iran. Decarbonizzazione, che rappresenta la grande sfida climatica: trasformare le economie per ridurre le emissioni e raggiungere la neutralità climatica in linea con l’Accordo di Parigi. Digitalizzazione, che funge da acceleratore per la competitività globale ma porta con sé nuove vulnerabilità, come quelle legate alla cybersecurity.
“Non c’è più un protettore del Pianeta come lo erano gli USA – osserva Luca Dal Fabbro – Questo, citando Tucidide, è il periodo in cui i forti prendono quello che vogliono e i deboli soffrono quello che devono”. “In questo contesto – aggiunge – occorre proteggere i sistemi industriali ed economici. E bisogna trovare il giusto compromesso tra sicurezza, competitività e ambiente”. Secondo il Presidente di Iren, l’Italia deve scegliere con chiarezza quali battaglie intende vincere. “Siamo un grande mercato erbivoro, aggredibile da altri: non siamo leader nel web, nell’automotive o nell’Intelligenza Artificiale – ricorda – Dobbiamo individuare i campi in cui possiamo eccellere”. Una di queste aree è l’economia circolare, dove l’Italia già oggi vanta posizioni di leadership. “Abbiamo competenze e tecnologie che ci permettono di valorizzare i rifiuti, esportare modelli e aumentare la resilienza dei nostri sistemi produttivi”, conferma Luca Dal Fabbro. Un esempio concreto arriva da Terranuova Bracciolini, nel Valdarno, dove Iren ha avviato il primo impianto europeo per il trattamento delle schede elettroniche provenienti dai rifiuti elettrici ed elettronici. L’impianto rappresenta un modello di economia circolare a filiera corta: da cellulari, televisori e piccoli elettrodomestici vengono recuperati oro, argento, palladio e rame. A pieno regime, la struttura sarà in grado di trattare oltre 300 tonnellate di schede all’anno, ottenendo mediamente ogni settimana un chilo d’oro, due d’argento, 500 chili di rame metallico puro e fino a 700 chili di rame in polvere. “È una tecnologia del futuro: e con una decina di questi impianti produrremo un decimo di quello che serve in Italia”, conclude il manager.
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