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Dall’auto classica allo smart vehicle: il piano di Luca de Meo per Renault Group

“Le auto stanno per diventare smartphone su ruote”: con questa affermazione, Luca de Meo ha sintetizzato la visione che guida Renault Group nel suo nuovo corso. In un’intervista al “Corriere della Sera”, il CEO ha illustrato come l’integrazione con l’ecosistema cinese stia riscrivendo tempi e metodi della progettazione automobilistica.

Luca de Meo: rapidità, flessibilità e interazione continua le chiavi del cambiamento

Luca de Meo ha delineato senza mezzi termini la portata della trasformazione in atto: “Questo è il senso di tutta la storia, le auto stanno per diventare una sorta di smartphone su ruote, si potranno aggiornare e migliorare per l’intero ciclo di vita”. Si tratta di un cambio di paradigma che modifica non solo la natura del prodotto, ma anche il modo in cui le case automobilistiche si relazionano ai clienti. L’industria dell’auto, ha raccontato recentemente il CEO di Renault Group al “Corriere della Sera”, si sta adattando a logiche sempre più simili a quelle dell’elettronica di consumo: rapidità, flessibilità e interazione continua. Un’accelerazione che, secondo Luca de Meo, rappresenta una leva fondamentale per ridurre i costi e restare in sintonia con consumatori sempre più digitalizzati, i cui bisogni evolvono con grande velocità.

Luca de Meo: i vantaggi dell’innovazione cinese

Oggi, il cuore della rivoluzione tecnologica e produttiva in corso batte a Shanghai, ha sottolineato il manager. E non è un caso che Renault Group abbia aperto proprio nell’area della metropoli cinese un nuovo centro di ingegneria per sviluppare modelli come la nuova Twingo. “Abbiamo integrato Renault nell’ecosistema di ingegneria più dinamico al mondo – ha ricordato Luca de Meo nell’intervista – così potremo sviluppare in meno di 24 mesi tutte le auto del Gruppo”. Una discontinuità evidente rispetto al passato. L’industria automobilistica, ha evidenziato il manager, è ormai su “un altro pianeta”: se prima erano necessari dai quattro ai cinque anni per progettare una vettura, oggi ne bastano meno di due. Ed è merito dell’innovazione introdotta dai costruttori cinesi, veri apripista di questa nuova era.

Giancarlo Bottone

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