Dalle radici mantovane al dialogo con i mercati esteri, Amica Chips diventa racconto di impresa: un’autobiografia che intreccia memoria, metodo e visione. Tra valori di equilibrio, cultura del lavoro e un progetto territoriale simbolico, emerge un invito concreto a innovare con coraggio e responsabilità.
Nel volume autobiografico “Ci vuole simmetria”, edito da Mondadori e scritto con il giornalista Filippo Poletti, Alfredo Moratti ripercorre l’itinerario imprenditoriale nato a Castiglione delle Stiviere: un percorso che salda legame con il territorio, ambizione industriale e capacità di leggere i cambiamenti. L’opera è scandita in dieci capitoli che ruotano attorno alla parola chiave “amicizia” — da “Amica impresa” ad “Amica pubblicità” — e restituisce con taglio narrativo le tappe essenziali: la scelta di fondare l’azienda nella città natale, l’affermazione sul mercato italiano, la spinta all’innovazione e la costruzione di una marca riconoscibile anche grazie a campagne entrate nella memoria collettiva. Al centro, una regola gestionale che diventa cultura d’impresa: “Nella vita ci vuole simmetria: l’ho imparato da mio padre Giovanni. Anche le aziende devono svilupparsi mantenendo un equilibrio tra i collaboratori, gli obiettivi e i risultati”. Non un motto, ma un metodo: organizzazione chiara, obiettivi misurabili, attenzione alle persone e alla qualità dei processi. Il libro rilegge, inoltre, il ciclo naturale dell’impresa — inizi, finali, nuovi inizi — come palestra per allenare resilienza e lucidità decisionale, restituendo al lettore la concretezza delle scelte operative che trasformano intuizioni in risultati.
L’italianità non è un’etichetta identitaria, ma un impegno competitivo che si traduce in filiere, competenze e design di prodotto: “Sono un imprenditore italiano e lo dico con orgoglio, consapevole della tradizione di eccellenza che questo comporta. Assieme al successo dei prodotti c’è in gioco l’identità industriale della nostra nazione, la sua capacità di mantenere vive tradizioni e competenze davvero uniche”. In quest’ottica il “chilometro giallo” — un percorso visibile lungo la strada che costeggia lo stabilimento mantovano — diventa segnale urbano e progetto culturale: racconta, con una grafica riconoscibile, storia aziendale, aree produttive e simmetrie che ne hanno orientato la crescita. È anche un gesto di restituzione al territorio: chi vi transita coglie in modo immediato lo slancio e la disciplina necessari a fare impresa, dal coraggio di scegliere alla determinazione nel percorrere lunghe distanze. In parallelo, l’espansione internazionale dell’azienda in più di 20 Paesi è letta come conseguenza di coerenza strategica e continuità d’investimento: governance attenta, notorietà costruita nel tempo, ascolto dei consumatori e un brand narrato con stile essenziale. Così la parabola d’impresa di Amica Chips si fa invito operativo a nuove generazioni e PMI: innovare senza rinunciare alla propria identità, misurare con rigore i risultati e trasformare la reputazione in vantaggio competitivo.
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