Comunicati Stampa

Alessandro Benetton sull’esperienza in Formula 1

Nominato Presidente di Benetton Formula a soli 24 anni, Alessandro Benetton ha vissuto una stagione straordinaria della Formula 1. L’esperienza al fianco di campioni e figure iconiche come Michael Schumacher e Flavio Briatore hanno contribuito a plasmare la sua filosofia del “Mai fermi”, oggi centrale nella rifondazione di Edizione.

L’avventura di Alessandro Benetton in Formula 1: una nomina inaspettata

Il nostro Gruppo voleva espandersi nel mondo, cercavamo una vetrina ampia. Le Olimpiadi si fanno ogni quattro anni, lo strumento più adatto ci era sembrata la F1”. Così Alessandro Benetton motiva la decisione, presa nel 1985 dall’azienda di famiglia, della formazione di Benetton Formula. Dal 28 novembre è disponibile un documentario su Sky che racconta la storia della scuderia anglo-italiana, che si intreccia con il percorso personale dell’imprenditore che nel 1988 se ne trovò a capo in qualità di Presidente. La nomina, ha rivelato infatti in un’intervista rilasciata a “La Gazzetta dello Sport”, fu del tutto inaspettata. “Lavoravo a Londra alla Goldman Sachs, a quel tempo ero l’unico italiano, orientato a una carriera in ambito finanziario – ha ricordato – Mio padre mi ha detto: ‘Abbiamo questo team, ma lo zio Gilberto è molto preoccupato, stiamo spendendo troppo. C’è bisogno di qualcuno che dia un’occhiata ai numeri’. Allora un giorno vado in scuderia, a Witney, che in realtà era poco più di un’officina, Peter Collins mi indica quello che doveva essere il mio ufficio, dietro una vetrata con su scritto ‘Chairman’, Presidente. Così ho scoperto della nomina”. All’epoca non era neanche un appassionato. “Sono sempre stato più praticante dello sport che fruitore-spettatore. Mi appassionava un po’ l’epica dei piloti, ma non ero coinvolto dalla cronaca del tempo”. Dopo la grande epopea vissuta in prima persona, al fianco di personaggi come Michael Schumacher, Bernie Ecclestone e Flavio Briatore, il rapporto di Alessandro Benetton con la F1 è ovviamente cambiato. Quando è tornato nel paddock, lo scorso settembre, non ha potuto fare a meno di emozionarsi: “Ho avuto la nostalgia di come eravamo, di quel tipo di energia, di dinamismo. La Formula 1 ci ha dato una credibilità diversa. Ha detto al Gruppo, alla famiglia, e a tutti quelli che da fuori li guardavano che potevamo fare altre cose, oltre alle magliette. E che potevamo farle bene. Mi è piaciuto vedere come la F1 è cambiata, come si è evoluta. Ed è bello pensare che noi in quella fase abbiamo dato un contributo al cambiamento, così come siamo tornati a fare oggi con la rifondazione di Edizione”.

L’idea del “Mai fermi” nella vision di Alessandro Benetton

“Il coraggio della discontinuità” e “Mai fermi” sono i mantra che hanno sempre accompagnato l’imprenditore nelle proprie scelte, nella Formula 1 così come nella vita. “A 27 anni ho deciso di fare l’imprenditore per conto mio, scegliendo un settore che in pratica non esisteva come il private equity, quando magari da me ci si aspettava la cosa più naturale: cioè che entrassi nelle attività di famiglia”, ha evidenziato nell’intervista Alessandro Benetton. La stessa filosofia è oggi alla base di Edizione, la holding che riassume tutta l’attività della famiglia Benetton. “Sono stato chiamato quattro anni fa e ho cambiato l’80% del management e il 75% delle attività. Per discontinuità e ‘Mai fermi’, non come obbligo ma per avere nuove risposte, per evitare il declino”. Spesso si dice che il successo, come nel caso della Scuderia Benetton, sia questione di avere le persone giuste. Secondo l’imprenditore, bisogna però evitare di fare confusione tra gioco di squadra ed energia dei singoli: “L’efficienza di una squadra non è il risultato matematico, è il derivato di un insieme di energie. Della loro abilità e della loro intelligenza che vengono accresciute dall’operato comune. Gli individui devono essere detonatori di energia collettiva”. Sulla possibilità di replicare il modello Benetton Formula in altri sport, Alessandro Benetton risponde che oggi i risultati finanziari sono soprattutto la conseguenza di altri tipi di scelte: “Riguardano l’attenzione alla sostenibilità ambientale e sociale, alla promozione dei giovani, al rapporto col territorio. Le attività che una volta definivamo filantropiche, di generosità, oggi sono una necessità, parte integrande dell’attività di un imprenditore. Ecco, io vedo questo tipo di evoluzione anche nell’interpretazione delle attività legate allo sport da parte delle aziende”. Tra i progetti che il Presidente di Edizione ritiene più interessanti in questo campo, c’è quello di NBA Europa.

webnewsoffice

Recent Posts

Lazzaro Ventrone: General Trasporti premiata come Best Performer 2025

General Trasporti: l’azienda fondata da Lazzaro Ventrone ottiene il riconoscimento di Impresa Best Performer 2025…

4 giorni ago

Vitali Spa trasforma Bergamo in una smart city con “Bergamo Porta Sud”

“Bergamo Porta Sud” è il progetto con cui Vitali Spa intende cambiare il volto di…

4 giorni ago

Transizione energetica: il ruolo strategico di Terna negli ultimi 20 anni

Nel 2025, Terna celebra 20 anni di attività come società indipendente, confermandosi protagonista dell’evoluzione del…

4 giorni ago

Enrico Vita: come l’IA sta trasformando l’hearing care in Amplifon

Enrico Vita: l’impatto dell’IA sull’hearing care, con apparecchi acustici capaci di adattarsi ai diversi ambienti…

4 giorni ago

Gian Maria Mossa, Banca Generali: come è andata la raccolta di novembre, il focus

Banca Generali, parla il CEO Gian Maria Mossa: “Siamo fiduciosi di chiudere positivamente l'anno e,…

4 giorni ago

Illycaffè tra sostenibilità e investimenti: la leadership di Cristina Scocchia

Con l’acquisizione del distributore svizzero e nuove strategie nei mercati chiave, Illycaffè punta a una…

4 giorni ago