Intervenuto al convegno “L’Italia si trasforma, una sfida capitale”, l’AD e DG di Acea Fabrizio Palermo ha espresso soddisfazione per la decisione della Commissione Europea di rimettere al centro il tema dell’acqua con un Piano per la resilienza idrica.
A giugno, la Commissione Europea ha annunciato un Piano europeo per la resilienza idrica con lo scopo di ripristinare e proteggere il ciclo dell’acqua, garantendo acqua pulita a tutti e prezzi accessibili, e creando un’economia idrica che sia sostenibile, resiliente, intelligente e competitiva. Per l’Amministratore Delegato e Direttore Generale di Acea Fabrizio Palermo si tratta di un passo importante che rimette al centro il tema della transizione idrica, fino a poco fa in fondo all’agenda Ue. “Questo testimonia quanto il tema idrico stia diventando predominante”, ha affermato il manager alla guida della multiutility nel corso del convegno organizzato da “Il Messaggero”, dal titolo “L’Italia si trasforma, una sfida capitale”. Secondo alcune fonti, tra il 20% e il 40% del PIL è influenzato dalla disponibilità di acqua, per non parlare della crescita della domanda in relazione allo sviluppo dell’Intelligenza Artificiale. “Stime al 2030 dicono che l’acqua necessaria per raffreddare i server a livello mondiale può pesare quanto il consumo complessivo degli USA”. La questione idrica, insomma, è di natura economica e sociale, ma è anche legata alla salute: “La garanzia della purezza dell’acqua è fondamentale”.
Di fronte alla crescente domanda di acqua derivante dallo sviluppo demografico ed economico, ci si trova però a fare i conti con una disponibilità sempre più ridotta della risorsa. Secondo l’AD e DG di Acea Fabrizio Palermo, le cause non sono attribuibili solo al cambiamento climatico ma anche a “una situazione delle infrastrutture drammatica”. Stando alla stima convalidata anche dalla Commissione Europea, si parla di un disavanzo di 24 miliardi di investimenti in Europa. In Italia, il disavanzo complessivo ammonta addirittura a 50 miliardi. Ad affermarlo sono i risultati di un’analisi condotta circa un anno fa dal Governo. “Un dato preoccupante ma anche un’opportunità. A patto che si investa”, ha incalzato il manager, per il quale il “vero tema sarà sempre più che valore diamo all’acqua, il costo di gestione della risorsa”. Adesso, per la prima volta, la Commissione Ue ha nominato una Commissaria con delega esplicita alla resilienza idrica. “Un segnale importante di cambiamento”, ha sottolineato Fabrizio Palermo, convinto che “si può fare tanto”, a partire dai centri decisionali unici. “Bisogna arrivare a una riduzione del numero degli operatori. In Italia ne esistono 2.500, troppi, non si riesce a investire”.
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