Vito Gamberale: idee per la Repubblica che verrà

A settant’anni dalla nascita della Repubblica italiana, la rivista Mondoperaio ospita un intervento dell’Ing. Vito Gamberale
Il 2016 come il 1946. Come allora, secondo il manager di lungo corso, Vito Gamberale, occorrerebbe “una nuova ricostruzione“. Ma quali sono le idee per realizzarla?

Secondo l’Ing. Gamberale occorrerebbe, innanzitutto, un assetto istituzionale tale da poter governare. A questo proposito, è di buon auspicio, dunque, secondo lo stesso Gamberale, la riforma del bicameralismo. Altrettanto auspicabile sarebbe, inoltre, una profonda riforma delle cosiddette “Parti Sociali“. Il riferimento riguarda sindacati, enti ormai obsoleti ed apparati finanziari e parabancari “ormai superati nei ruoli e opachi nella gestione“.
Tra le principali proposte di Gamberale, inoltre, vi è quella di affrontare finalmente con coraggio e decisione il debito pubblico. A tal fine, il manager ritiene fondamentale una serie di iniziative, a partire da una feroce lotta all’evasione fiscale, capace di rimuovere la sensazione di “complicità e tolleranza istituzionale verso l’evasione fiscale“. Un’ulteriore lotta andrebbe poi intrapresa nel contrasto alla corruzione che, secondo Gamberale, non riguarda soltanto la sfera politica ma svariati settori, a vari livelli. Di pari passo, in quella che è a tutti gli effetti una battaglia culturale, andrebbe poi recuperata la responsabilità dei doveri tra i cittadini in un Paese come il nostro, piuttosto avanzato sul fronte dei diritti, ma carente rispetto ad altri esempi europei.
Proprio sul fronte internazionale, Gamberale sostiene che il Paese debba pensare a un piano B qualora l’Europa dovesse “saltare”. In un’epoca di rapide rivoluzioni epocali, prosegue Gamberale, gli apparati tecnici dei governi dovrebbero inoltre aggiornarsi sui cambiamenti del futuro, per poter evolvere di conseguenza.
Altri due aspetti affrontati da Gamberale nel suo intervento sono, infine, la riforma della scuola – che dovrebbe preparare i giovani al futuro, svincolandosi da una visione eccessivamente conservatrice – e l’adeguamento del sistema bancario.
In conclusione, secondo Gamberale, ci troviamo attualmente in una condizione simile a quella di settant’anni fa, per criticità e pericolosità. Una situazione in cui sarebbero necessari governanti competenti e coraggiosi come di quelli di allora, nonché la creazione di una coscienza collettiva che partecipi e collabori “per poter correre verso un futuro meno precario e vivere da protagonisti“.