Introduzione al Rating

Per rating si intende la valutazione del rischio, assegnata ad un’impresa dalla banca, prima di concedere un credito.

(Es. assegnazione rating)

L’accordo di Basilea 2 fissa le linee guida a cui le banche devono attenersi per il calcolo del rating, identificando tre diverse metodologie:

Standardized Approach – metodologia base, L’approccio standard richiede alle banche l’accantonamento dell’8% degli impieghi, così come previsto da Basilea utilizzano rating calcolati da agenzie esterne che tengono conto delle caratteristiche delle aziende
L’approccio Internal Rating Based (IRB) Foundation consente agli istituti di credito di utilizzare metodologie interne (autorizzate dalla Banca Centrale) per calcolare il rischio di ogni azienda. In questo modo si crea un rapporto più stretto tra banca e cliente, consentendo una valutazione più realistica della probabilità di default (PD) legata ad ogni azienda
IRB Advanced: si tratta di un metodo avanzato, con cui le banche calcolano al proprio interno tutte le variabili che incidono sul rating:

la probabilità di default (PD) – la probabilità che l’impresa sia inadempiente nel corso di un anno

la perdita in caso di inadempienza (Loss Given Default, LGD) – l’ammontare del prestito che non sarà restituita in caso di inadempienza
l’esposizione in caso di inadempienza (Exposure At Default, EAD) – l’ammontare della linea di credito destinata ad essere utilizzata in caso di inadempienza

la durata (maturity, M) – la scadenza economica residua del prestito (compresa tra uno e cinque anni) .

I Gruppi bancari possono scegliere diversi modelli per valutare l’affidabilità dei propri clienti. Tra questi quello che si fa preferire è il modello basato sui rating interni, questo perchè un’analisi di questo tipo consente, a discapito di una maggiore complessità, una più specifica misurazione del rischio della controparte. Gli elementi e le variabili che permettono ad una Banca di sviluppare il giudizio di rating sono suddivisi in tre categorie:
L’analisi quantitativa serve a determinare la capacità dell’impresa di generare nel tempo flussi di cassa positivi, mantenendo un’equilibrata struttura patrimoniale e finanziaria e livelli di redditività soddisfacenti.
Il primo punto da analizzare riguarda i parametri di solidità patrimoniale delle imprese.
Il patrimonio è una misura quantitativa definibile come la ricchezza, espressa in termini monetari, propria di un soggetto in un istante definito,cioè un parametro legato ad un preciso istante di vita di un’impresa. L’analisi di questo parametro si basa su informazioni economiche e patrimoniali dell’impresa che le Banche possono estrapolare da una semplice analisi del bilancio.
Il bilancio fotografa l’andamento economico dell’impresa, e la sua analisi ha tuttora un ruolo primario per comprenderne la crescita.

Dall’analisi dei dati di bilancio scaturisce una valutazione sintetica dei profili di redditività, solidità patrimoniale e liquidità.
La redditività misura la capacità di creare valore, ovvero, di ripagare i capitali in essa investiti.
La solidità patrimoniale è un indice che misura il valore di beni ed attività che caratterizzano l’impresa e soprattutto permette di valutare il rapporto di indebitamento rispetto ai mezzi propri, vero tallone di Achille di molte PMI italiane.
L’analisi sugli indici di liquidità, infine, consente di definire la capacità dell’azienda di realizzare condizioni di equilibrio economico-finanziario.

Spesso però la sola lettura del bilancio può essere penalizzante per un’impresa, per questo per definire il rating di una azienda, le banche utilizzano anche:
L’analisi qualitativa che consiste nel valutare la capacità dell’azienda di adottare scelte strategiche coerenti con l’evoluzione dell’ambiente esterno e del settore di riferimento, si compie un’ analisi generale su diversi aspetti interni dell’ azienda:
-analisi dell’assetto proprietario;
-professionalità del management;
-certificazione dei processi produttivi;
-velocità nell’innovazione nell’anticipare le tendenze di mercato.
L’indagine su questi aspetti dell’azienda si sviluppa con strumenti diversi che vanno dall’elaborazione di appositi questionari, all’analisi storica dei rapporti che legano la Banca con l’Impresa.
L’analisi andamentale consiste nel monitorare costantemente le informazioni sull’impresa e sul mercato, rilevate dal “foglio andamento relazione” e dalla “centrale rischi” oggi S.I.C.(Sistema Informazioni Creditizie), osservatorio onnipotente del circuito finanziario dell’economia nazionale.

Diciamo che l’azienda dovrà essere sottoposta stabilmente ad un “check-up” cioè ad una serie di analisi e di esami mirati a dare un quadro completo delle sue condizioni di salute, sia in modo preventivo che periodico.
Durante tutta la vita del rapporto con la banca, in altri termini i bilanci ed ogni dato aziendale saranno costantemente vivisezionati, scomposti ed analizzati in ogni dettaglio.
Saranno tenuti sotto controllo gli indicatori di equilibrio economico finanziario presenti per il tipo di azienda in esame:

– indice di solidità;
– indice di redditività;
– indice del ciclo finanziario;
– indice di liquidità.

Check-up, chiarezza e trasparenza informativa sono necessari per comprendere sia la reale necessità finanziaria dell’impresa, sia la metodologia utilizzata dall’istituto di credito nel proprio sistema di valutazione al fine di ottenere il migliore punteggio possibile (rating) che si tradurrà certamente in finanziamenti facilitati e meno onerosi.
Devono essere quindi riposizionati i “rapporti di forza” al fine di evitare di accettare, con spontanea riverenza, sopraffazioni e acquisire maggior potere contrattuale nei confronti del sistema bancario.