Tendenze del settore green. Presentazione dell’Irex Annual Report 2014.

Pietro Colucci (Gruppo Sostenya): "In Italia, autoproduzione ed autoconsumo devono trovare la giusta integrazione con le esigenze di una rete elettrica preesistente".

Presentato, lo scorso 20 maggio, l’Irex Annual Report 2014. Il documento – realizzato da Althesis, in collaborazione con alcune delle principali società attive nel settore delle energie rinnovabili, tra cui Kinexia – evidenzia quelle che sono le macro tendenze del settore green in Italia ed a livello internazionale.

In particolare, lo studio mostra per il 2013 un calo complessivo delle operazioni di costruzione delle centrali pulite in Italia e un conseguente rafforzamento degli investimenti all’estero, dove il know how delle aziende italiane del settore delle energie rinnovabili è molto apprezzato. A fronte di questo trend, lo studio delinea lo scenario della green economy nei mercati esteri. In Brasile e Cile, l’eolico risulta meno oneroso delle fonti tradizionali. Cina, India e Sudafrica rappresentano alcuni tra i mercati più interessanti. Non mancano inoltre motivi di interesse per gli investitori in Marocco, Giappone, Messico, Arabia Saudita e Turchia.
A livello nazionale, nel sistema energetico si rivela una progressiva integrazione delle energie rinnovabili, che costituiscono ormai la terza fonte principale di approvvigionamento e che hanno consentito, nel 2013, una riduzione dei prezzi all’ingrosso di circa un miliardo di euro.

L’Amministratore Delegato e Presidente di Kinexia SpA, Pietro Colucci, intervenuto nel corso della presentazione dell’Irex Annual Report, ha stigmatizzato la mancanza di una visione strategica precisa, da un punto di vista normativo, a livello nazionale.
"Da un punto di vista energetico" – ha dichiarato Pietro Colucci – ciò che è stato fatto in questo Paese è un errore dietro l’altro". Colucci ha poi ricordato un vecchio adagio, secondo cui "una visione senza un piano è un sogno, ed un piano senza una visione è un incubo". Secondo l’AD di Kinexia, inoltre, "le smart grid rappresentano il futuro, ma autoproduzione e autoconsumo nel nostro Paese devono trovare la giusta integrazione con le esigenze di una rete elettrica nazionale preesistente".
Sotto una prospettiva più strettamente normativa, Colucci ha criticato la persistente instabilità che caratterizza non soltanto il contesto nazionale, ma anche quello europeo. "Ancora una volta l’Europa ci scavalca a destra, e va a fare una modifica da 20-20-20 a 40-30-40 che, dal punto di vista della produzione elettrica dalle rinnovabili, significa 48% al 2030”.