Gianluca Zelli

Flessibilità e Welfare: Gianluca Zelli intervistato da AskaNews

Paolo Mazzanti, Direttore di AskaNews, ha intervistato Gianluca Zelli su flessibilità e welfare per aziende. Un’occasione per riflettere sull’attuale mondo del lavoro e su quello che ci aspetta nel prossimo futuro.

Paolo Mazzanti: La somministrazione è in vigore in Italia da circa 10 anni ed è uno dei punti chiave della flessibilità del lavoro. Che bilancio si può trarre da questo decennio?
Gianluca Zelli: Il bilancio è assolutamente positivo. Sono stati anni di crescita continua e la flessibilità e la somministrazione sono diventate una realtà sia per le aziende, che la usano per risolvere il problema legato alla rigidità, sia per i lavoratori, felici di far parte del nostro gruppo. È stato un percorso lungo ma oggi possiamo dire che la somministrazione come mezzo di flessibilità all’interno del sistema italiano sia diventata a tutti gli effetti una realtà importante.

Si parla molto di precarietà come altra faccia della flessibilità. I lavoratori che voi somministrate, ovvero mandate a lavorare in altre aziende, si sentono precari?
Questa è una vecchia leggenda e non corrisponde più alla realtà. I lavoratori che somministriamo alle aziende sono per il 20% assunti a tempo indeterminato, sono felici di esserlo e collaborano, in alcuni casi, con più società, usufruendo di una flessibilità maggiore a livello lavorativo. La somministrazione, inoltre, è uno strumento importante per permettere ai giovani alle prime esperienze di affacciarsi sul mercato del lavoro.

Per molti l’Italia non è un Paese per giovani. Lei concorda con questa tesi?
In questi ultimi anni, a mio giudizio, si è lavorato moltissimo anche per i giovani. L’Istituto di Garanzia Giovani segue questa logica ed è stato ampiamente utilizzato, soprattutto dalle società di somministrazione. Humangest sta lavorando tanto con i giovani e la legge di stabilità garantisce sgravi fiscali importanti per i ragazzi assunti a seguito di uno stage. Tutti aspetti che testimoniano la falsità della tesi sostenuta da molti.

Secondo lei il Welfare aziendale è uno strumento utile? Come può essere somministrato?
Sì, sicuramente è uno strumento utile, non a caso lo usiamo anche con i nostri dipendenti e non solo per i clienti. Risolve un problema sociale importante derivato da una questione strutturale. Ad oggi è un po’ limitante il fatto di usare tale strumento per categorie omogenee di lavoratori, viene meno il concetto di premio. È un buon inizio che deve essere, però, migliorato.

Auspicherebbe, quindi, un Welfare più selettivo che consenta di dare di più a chi merita di più, giusto?
Sì, perché andrebbe a unire l’aspetto sociale a quello premiale, utile anche per l’azienda. Il limite del Welfare sta proprio nel riferirsi a una categoria intera di lavoratori e non a chi lo meriterebbe veramente.

Per visualizzare l’intervista completa:
https://www.youtube.com/watch?v=Y9pwMOBMxWw