Luca Valerio Camerano, A2a accelera uscita da Epcg

A2a, società capitanata da Luca Valerio Camerano, sigla l’accordo con il governo di Podgorica

A2A accelera l’uscita dal Montenegro. Nel luglio del prossimo anno, a dieci anni esatti dalla firma del contratto di acquisto del 43,7% del pacchetto azionario (3 settembre 2009), la multiutility uscirà da Epcg, la società elettrica montenegrina controllata dal Governo di Podgorica.

A2A e l’esecutivo di Dusko Markovic hanno infatti deciso di anticipare di cinque anni il divorzio. Per la società guidata da Luca Valerio Camerano e Giovanni Valotti un modo per uscire da una vicenda foriera di polemiche, con scarsa autonomia gestionale e incertezza sul quadro regolatorio; per il Governo montenegrino un anticipo che dovrebbe portare a uno sconto sul riacquisto delle azioni. Resta però un passaggio da completare: il voto del parlamento di Pogdorica.

L’uscita. È stata la stessa multiutility, ieri, in una nota, a render noti i termini della sua «uscita». A2A era entrata in Epcg nel 2009, un’operazione che comportò un esborso di 436 milioni, comprensivo delle azioni acquistate dal Governo del Montenegro e dell’aumento di capitale. Al tempo la scelta venne spiegata con l’obiettivo di aumentare la capacità idroelettrica in vista dell’interconnessione con un cavo sottomarino di Terna tra Italia e Montenegro. Oggi la multiutility ha in portafoglio il 41,7% di Epcg. In base al nuovo accordo, «l’esecuzione della put option esercitata in data 3 luglio 2017», non verrebbe più attuata in sette tranche, una all’anno, tra il 1° maggio 2018 e il 1° maggio 2024, ma sarebbe «attuata in 4 tranche nel periodo compreso tra il 1° maggio 2018 e il 31 luglio 2019». «Il perfezionamento dell’accordo – precisa però la nota di A2A – è subordinato alla preventiva approvazione del Parlamento del Montenegro. In mancanza di questa approvazione entro il 30 aprile 2018, troverà applicazione quanto stabilito nello Shareholders’ Agreement», vale a dire l’intesa dell’agosto 2016, con l’uscita spalmata su sette anni. La vecchia intesa, va detto, prevedeva una put option di 250 milioni, con rata annuale di 35,712 milioni.

Il nuovo accordo, in base a quanto comunicato ieri da Podgorica, già quest’anno porterà il Governo montenegrino al 70,1% con un esborso di 68,9 milioni. Fatti due conti, l’anticipo del divorzio dovrebbe portare al Montenegro uno sconto di circa 20 milioni di euro.

FONTE: Giornale di Brescia