Con Basilea 2 si avrà un un nuovo rapporto tra Banca e Impresa, nel quale le aziende saranno sottoposte continuamente alla valutazione della loro struttura economica, finanziaria e patrimoniale, e solo se otterranno un voto sufficientemente soddisfacente potranno godere del credito da parte delle Banche.

Già questa considerazione dovrebbe suggerire agli imprenditori d’iniziare, fin d’ora, un processo di revisione sistematico, al fine di traghettare le loro aziende verso una svolta epocale di mentalità e di cultura imprenditoriale, basata persistentemente su scelte gestionali guidate da una corretta e funzionale analisi di Bilancio.
Purtroppo in Italia l’obbligo della predisposizione (e deposito) del Bilancio incombe solo sulle società di capitali, ma risulterebbe più vantaggioso far redigere il Bilancio anche nel caso in cui l’impresa sia costituita nella forma di società di persone o sia una semplice ditta individuale, perché il buon management aziendale non può più fare a meno dei dati e delle notizie contenuti in un Bilancio correttamente formato.
A questa importante motivazione, consistente nel rischio di rimanere senza finanziamenti qualora l’impresa venga ritenuta non sufficientemente sana e quindi non meritevole di credito, c’è ne un’ altra più importante e determinante da aggiungere.
L’analisi del Bilancio, con lo scopo di cogliere le inefficienze strutturali dell’azienda e porvi immediato rimedio, canalizzando le decisioni imprenditoriali di gestione verso le vie tracciate dai risultati dell’analisi, va eseguita per la sopravvivenza stessa dell’impresa sul mercato, o quantomeno per impedire la drastica riduzione degli attuali margini di profitto e di quote competitive.
Non ci possono più essere gestioni aziendali improvvisate e svincolate da qualsiasi considerazione circa gli indici di Bilancio.
Il futuro contesto economico, caratterizzato da esasperata concorrenzialità, spiccata variabilità della domanda ed elevato tasso d’innovazione tecnologica (cui si aggiungono in qualche misura, le difficoltà d’accesso al credito per effetto delle risoluzioni di Basilea 2 e della crisi globale), premierà solo le imprese sane e virtuose, con strutture solide, efficienti ed aventi palesi capacità reddituali. Usciranno invece inevitabilmente fuori dal mercato le aziende guidate da imprenditori che, per incapacità, non hanno saputo cogliere e superare le patologie aziendali immediatamente dopo il loro verificarsi, adeguandosi anche all’evoluzione del sistema economico, non hanno saputo cioè indirizzare le proprie scelte di gestione sui criteri dettati da un’attenta analisi di Bilancio.
In sostanza, gli imprenditori devono sottoporre la propria azienda ad una approfondita analisi non per gli altri, ma soprattutto per se stessi.
Inoltre, per Basilea 2 il rischio di credito dovrà essere stimato basandosi su tutte le informazioni disponibili per la banca e, in tal senso, gli elementi quantitativi storici rivestiranno ancora un’importanza centrale; infatti il documento principale, su cui le banche fonderanno la propria valutazione del rischio di credito, continuerà, comunque, ad essere necessariamente il bilancio di esercizio.
In questo contesto, quindi, il bilancio d’esercizio da adempimento civilistico-fiscale diventa strumento di comunicazione della strategia aziendale, secondo principi di trasparenza dell’informazione e in un’ ottica di creazione di valore economico.
Il bilancio d’esercizio è rappresentativo della situazione aziendale, esso è in grado di descrivere la condizione patrimoniale, reddituale e finanziaria di una azienda.
Le imprese devono riscoprire il valore del bilancio, come fondamentale strumento di comunicazione aziendale. Il Bilancio ha l’importante funzione di fornire informazioni sull’azienda. Queste informazioni, non sono riservate esclusivamente ai terzi (finanziatori, fornitori, soci, etc.) come spesso erroneamente si ritiene, ma servono principalmente all’imprenditore stesso per conoscere lo stato di salute della sua impresa e per apportare, di conseguenza, le necessarie correzioni di rotta alle politiche gestionali. Quindi, prima di passare all’esame della rielaborazione del Bilancio, la prima esortazione è proprio quella di fare il Bilancio, anche a cadenze periodiche inferiori all’anno (semestrali, quadrimestrali, etc.).Un’ esortazione importante per tutti gli imprenditori e che i dati di bilancio siano veri e corretti.
L’imprenditore che opera un’analisi su dati inverosimili, alla fine non inganna i terzi, ma solo se stesso, perché ottiene dall’analisi risultati fuorvianti, che lo porteranno a prendere decisioni manageriali completamente errate.
Pertanto si deve sempre procedere a una rettifica dei dati di Bilancio, per trasformarli, laddove opportuno, in valori che siano i più veri possibili.
È necessario iniziare ad intervenire sin da ora sulle variabili di bilancio e ponderare le scelte strategiche aziendali, per raggiungere un equilibrio strutturale e la sufficienza patrimoniale che andrà a soddisfare i parametri di Basilea 2.

Il processo di valutazione del merito creditizio tiene conto di una serie di indici economici e patrimoniali. Il bilancio, nelle sue componenti (Stato patrimoniale, Conto economico e Nota integrativa), è la base della conoscenza e della valutazione della situazione e dell’andamento della azienda; attraverso la sua analisi interpretativa la banca è già in grado di ottenere significativi dati informativi o segnaletici sulla solidità patrimoniale, sull’equilibrio finanziario, sull’efficienza e sulla redditività di una impresa.
Naturalmente si tratterà anche di una analisi temporale (almeno un triennio) e verrà letta congiuntamente a tutti gli altri dati quantitativi, qualitativi ed andamentali per poterne dedurre ulteriori indicatori, utili alla corretta individuazione della classe di rating da assegnare. Tutto ciò, tuttavia, potrebbe costituire un limite per un’azienda di nuova costituzione, per la quale non è possibile disporre ancora di bilanci, e per le aziende che depositano il bilancio in forma abbreviata o che devono presentare solo delle dichiarazioni fiscali.
Per le imprese di piccole dimensioni quindi, per le quali vi sono minori supporti per una valutazione quantitativa, è maggiore il ruolo delle informazioni qualitative ed andamentali nella valutazione dell’affidabilità aziendale.

L’accordo di Basilea 2 non fornisce alcuna indicazione specifica su quali siano gli indici quantitativi da considerare, tuttavia spetta all’Autorità di vigilanza, preposta a valutare ed approvare le procedure degli istituti di credito, fornire alle banche indicazioni su quegli elementi che reputa significativi per una corretta valutazione del rischio e che, pertanto, dovranno essere imprescindibilmente introdotti nei propri modelli.
Il fine dell’analisi quantitativa è quello di estrapolare un giudizio sulla situazione patrimoniale, economico e finanziaria dell’impresa.

Per ottenere tale risultato viene effettuata un’approfondita analisi di bilancio e degli altri documenti finanziari.

Le tecniche più note di analisi sono, come è stato analizzato nel precedente capitolo : l’analisi per margini, l’analisi per indici, l’ analisi per flussi.
In questo capitolo verrà focalizzata l’attenzione solo su alcuni dei principali indici, probabile base per la banca nell’effettuare la valutazione del rischio finanziario, attinenti alle seguenti aree di analisi:

Solidità

Redditività

Liquidità